Cronaca di Sicilia è un giornale online che offre un’informazione di carattere regionale e una panoramica sui fatti più importanti dello scenario nazionale ed estero. La linea editoriale si fonda sulla verifica delle notizie, scritte con imparzialità. Tuttavia, Cronaca di Sicilia è anche un giornale che prende posizione, ma lo fa distinguendo nettamente i fatti dalle opinioni, in maniera chiara e inequivocabile, per non influenzare i lettori, unici fruitori a cui riteniamo di dover rendere conto.
La bussola che guida il nostro lavoro è la verità, il rispetto di chi ci legge, della Costituzione, dello Statuto Regionale Siciliano e di tutto ciò che regola la vita sociale. In un’epoca in cui il giornalismo, specie quello online, è spesso accusato di superficialità, noi tentiamo di arginare la deriva della logica “acchiappa click” per cui sarebbe indispensabile arrivare prima degli altri, anche a discapito della qualità. Per questo motivo, ci impegniamo in uno studio costante delle materie trattate nei nostri articoli. La comunicazione diventa ogni giorno più veloce, questa è la realtà con cui abbiamo deciso di confrontarci, ma il nostro obiettivo è l’informazione verificata, anche a costo di non arrivare prima degli altri.
Infine, al di là delle leggi che regolano l’attività giornalistica, vogliamo soffermarci per maggiore trasparenza nei confronti dei lettori sulle fondamentali linee guida adottate per la redazione degli articoli.
I nomi nei casi di stalking o violenza sessuale. I nomi degli autori di questi reati non si scrivono per esteso per proteggere le vittime a meno che queste non denuncino anche ai media la violenza subita, manifestando la chiara volontà di esporsi pubblicamente. In nessun caso, invece, si scrivono i nomi dei minori autori o vittime di questi reati.
Arresti. I nomi degli arrestati si scrivono per esteso a meno che non si corra il rischio di interferire con le indagini o se è necessario tutelare le vittime. Non si scrivono neppure i nomi degli indagati se i diretti interessati non sono a conoscenza di essere sotto inchiesta.
Processi. I nomi si scrivono per esteso salvo i casi in cui renderli noti possa danneggiare minori o vittime di determinati reati.
Suicidi. Noi non pubblichiamo mai notizie di suicidi a meno che questi non avvengano in luoghi pubblici, abbiano messo a repentaglio l’incolumità pubblica o abbiano suscitato particolare sgomento. In questi casi viene data la notizia ma sempre senza rivelare il nome. È contemplata un’unica eccezione: se il suicida è un personaggio pubblico o riveste un ruolo istituzionale, allora si scrive il nome.
La declinazione delle funzioni. La parità di genere per questo giornale è un argomento molto sentito così come lo sono tutti i temi toccati o anche soltanto sfiorati da disuguaglianze, prepotenze e ingiustizie. Pur rimanendo nella ferma convinzione che il contrasto alle discriminazioni, tutte, passi anche attraverso le “sfumature”, anche quelle linguistiche, nei nostri articoli non scriviamo: “ministra”, “sindaca”, “prefetta”, “comandanta”. La declinazione al femminile di una funzione, è prevista solo nel caso in cui l’intervistata ne faccia richiesta.