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Comune, avanti a colpi di sfiducia. Gelarda: “Pronta la mozione per Orlando”

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“Stiamo provvedendo a definire, insieme ad alcuni alleati di centrodestra, una bozza del testo della mozione di sfiducia al sindaco Orlando. Entro lunedì sarà pronto e subito dopo ne proporremo la firma a tutti i consiglieri di buona volontà di questa città. Questa farsa politico-drammatica non può continuare”. A dirlo è il capogruppo della Lega al Consiglio comunale di Palermo, Igor Gelarda, responsabile regionale dei dipartimenti del Carroccio.

“Il Consiglio comunale è ormai diventato un’arena, mentre la città è completamente bloccata sotto tutti i punti di vista – aggiunge il leghista -. Orlando deve andare a casa il prima possibile, questo è ciò che vogliono i palermitani e questo è ciò che ha chiesto a noi anche Matteo Salvini. Nessuna paura di tornare a votare, l’unico obiettivo deve essere liberare la città”.

Sarebbe un atto di coraggio da parte di Sala delle Lapidi, votare la sfiducia all’inquilino di Palazzo delle Aquile, perchè nel caso in cui la votazione fosse per lui sfavorevole, insieme a Orlando andrebbe a casa anche il Consiglio Comunale. La decisione è maturata sulla spinta emotiva degli ultimi due giorni, dopo il voto di sfiducia nei confronti dell’assessore Giusto Catania, che ha risposto con una provocazione lanciata su Twitter:Una risata vi seppellirà“, attribuendo, e sbagliando, la citazione a Groucho Marx.

Una battuta che ha fatto storcere il naso a diversi consiglieri comunali, tra cui anche Giulia Argiroffi, del gruppo Oso, che nella propria pagina Facebook ha pubblicato le bare rimaste prive di sepoltura al cimitero dei Rotoli. L’accostamento per sottolineare quello che da parte di Catania sarebbe stato un atteggiamento di cattivo gusto oltre che di “arroganza”.

Se il coraggio ai componenti di Sala delle Lapidi non manca, lo sapremo forse a breve. Va rammentato, infatti, che la sfiducia nei confronti di Catania (passata con 21 voti favorevoli, un astenuto e nessun contrario) non ha prodotto effetti “concreti” se non quello di un atto politico forte: il Consiglio, infatti, non ha i poteri per sfiduciare un assessore. Al contrario, può mandare a casa il sindaco ma con lui si scioglie anche l’Aula.

 

 


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