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Palazzo delle Aquile, Catania: “Sfiduciato? Non mi dimetto, una risata vi seppellirà”

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“Più tardi, alle 15, faremo una conferenza stampa sulla mozione di sfiducia votata ieri dal Consiglio comunale nei miei confronti. Quello che posso dire adesso è che, ovviamente, non ho alcuna intenzione di dimettermi”. A dirlo è l’assessore alla Mobilità del Comune di Palermo Giusto Catania.

Ieri sera Sala delle Lapidi ha votato – 21 voti a favore, un contrario e nessun astenuto – la sfiducia all’esponente della Giunta Orlando contando su un asse centrodestra, M5s, Italia Viva e +Europa. Già ieri sera, l’assessore Catania aveva commentato quanto accaduto con una provocazione lanciata su Twitter, citando uno slogan in voga nel Sessantotto e anche in epoche precedenti: “Una risata vi seppellirà”, ma sbagliandosi e attribuendola a Groucho Marx. Provocazione che ha suscitato i commenti di esponenti politici, e non, che hanno replicato all’assessore.

Dopo il voto di sfiducia i capigruppo di Sinistra Comune, Pd e Avanti Insieme, fanno quadrato attorno a Giusto Catania. “Mentre importanti finanziamenti dello Stato, che darebbero respiro alle casse asfittiche del Comune, rimangono al palo – dicono Barbara Evola, Rosario Arcoleo e Valentina Chinnicila nuova maggioranza del Consiglio Comunale,vota una mozione di sfiducia del 2019 che non produrrà alcun effetto utile per la città”.

Per loro, alla base dei motivi che hanno giustificato la mozione sono “ormai superati”: “Il Prg è all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, osteggiato proprio da chi prima sbraitava in Aula perché venisse presentato; il contratto di Rap è stato approvato l’estate scorsa. Se l’intento era quello di lanciare un segnale politico al sindaco riteniamo che l’unico messaggio, negativo, stia arrivando alla città sul modo in cui questo Consiglio vuole proseguire la sua attività”.

Poi arriva l’annuncio di disertare l’Aula. “Sinistra Comune, Pd e Avanti insieme non parteciperanno più a lavori snervanti e improduttivi durante i quali si istruiscono processi sommari a funzionari, dirigenti, assessori, segretario generale. Rientreremo nel dibattito quando si affronteranno atti che hanno una ricaduta reale sulla vita di cittadini e cittadine, come il piano triennale delle opere pubbliche”. 

 

 

 


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