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Delitto della Vucciria, a Ballarò gigantografie non autorizzate per il 25enne ucciso

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È stato assassinato a colpi di pistola la sera del 30 maggio, alla Vucciria, al culmine di una lite iniziata per un diverbio stradale. I presunti responsabili dell’omicidio di Emanuele Burgio, 25 anni, sono stati arrestati. Ieri alcuni abitanti di Ballarò hanno voluto ricordarlo appendendo delle gigantografie e lenzuola con il volto del ragazzo ma la polizia di Stato li ha fatti rimuovere.

Il questore, infatti, ha vietato la celebrazione del funerale in forma solenne e ogni forma di pubblica commemorazione nonostante, un gruppo di persone, amici del defunto, abbiano manifestato il proprio disappunto per l’intervento delle forze dell’Ordine. la decisione è stata dettata dal fatto che la vittima era figlio di Filippo Burgio, condannato per mafia perché considerato appartenente alla famiglia di Porta Nuova e tesoriere del clan durante la latitanza di Gianni Nicchi, boss di Pagliarelli poi finito in manette nel 2011.

Per questo motivo, intorno alle 21 di ieri la polizia, con personale dei vigili del fuoco, hanno provveduto in sicurezza alla rimozione dei poster. È  attualmente al vaglio, il monitoraggio di telecamere presenti nella zona per verificare eventuali ulteriori manifestazioni  estemporanee che abbiano violato le prescrizioni  per valutarne la rilevanza penale.

 

 


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