Scoma candidato sindaco alla tornata elettorale del 2022? Il parlamentare di Montecitorio non si sbilancia ma in una scala da 1 a 100 gli piacerebbe buttarsi nell’agone politico almeno fino ad 80. Ma tra “mi piacerebbe” e “mi candiderò”, il passo può essere breve ma anche fermarsi a un centimetro dall’infinito. Occorre attendere ancora per capire cosa farà “da grande” Francesco Scoma, volto tra i più conosciuti della politica cittadina e regionale ma non solo. Già vicesindaco, più volte assessore regionale, senatore poi deputato nazionale. Può contare sulla fedeltà dei suoi aficionados che a Palermo sono tanti e lo vorrebbero amministratore del capoluogo. I consensi non sono mai stati un problema per lui, “mister 21mila preferenze”, uno dei record maturati durante le regionali del 2006, può contare sui suoi elettori.
Moderato per vocazione e attento osservatore della politica nostrana nonostante l’ormai lunga militanza a Roma tra gli scranni di Palazzo Madama e Montecitorio, il suo nome ritorna a circolare tra i papabili candidati a Palazzo delle Aquile in quota Italia Viva e lui ammette che “amministrare la propria città è il lavoro più bello del mondo”. Ne ha parlato ieri in un’intervista con Claudio Brachino per l’agenzia di stampa Italpress. Alleanze, grande centro e progetti per il capoluogo.
Come, giustamente, sottolinea più volte Scoma equilibri e alleanze vanno letti con doppia lente: una nazionale e una locale. Il progetto a Palermo potrebbe essere quello di un grande centro che quindi si sposterebbe dal profilo rivolto verso sinistra del quadro nazionale. A Palazzo delle Aquile, Italia Viva compone la maggioranza relativa “poi c’è l’Udc con cui si potrebbe fare una federazione, liste civiche, una parte di Forza Italia disponibile a partecipare a una grande federazione di centro”.
“Ci sono numerosi soggetti che si riconoscono in questa idea – dice Scoma – ci sono riformisti e cattolici. Le prime tre cose da fare come sindaco? I rifiuti: sono un problema annoso, occorre un termovalorizzatore, pulizia energia e recupero economico. La seconda riguarda le infrastrutture. A Palermo sono molto carenti, il traffico è paralizzato, la circonvallazione bloccata a causa del ponte Corleone che in alcuni punti è ammalorato. Occorre anche una pedemontana per scavalcare il traffico cittadino. C’è un progetto Anas di quindici anni fa che andrebbe rivisto e risolverebbe il problema della viabilità”.
Turismo. “Palermo deve aprirsi al turismo di qualità, il potenziale è enorme, ci vogliono porti turistici ampliati e un turismo d’elite in grado di portare un traffico navale e crocieristico importante”. Palermo e i palermitani potrebbero anche avere bisogno di maggiore coinvolgimento nelle scelte che non dovrebbero esaurirsi soltanto nella delega a governare, il cittadino oggi come non mai è stanco di sentirsi un ingombro sulla cui testa pendono scelte scollegate dalle necessità quotidiane e se il curriculum politico e umano ha un peso, non rimane che attendere con fiducia.
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