Il cavo trainante spezzato è “l’innesco della tragedia” sulla funivia del Mottarone, ma poi c’è un comportamento “consapevole e sconcertante” di chi ha preferito il guadagno alla sicurezza. Il procuratore di Verbania Olimpia Bossi è provata non solo per i lunghi interrogatori che hanno portato al fermo di un ingegnere, di un capo operativo e del gestore della funivia Luigi Nerini, ma anche dalla scoperta che “per settimane” chiunque ha messo piede su quella cabinovia era a rischio.
Una scelta “molto sconcertante” quella che i tre – ora in carcere per un quadro indiziario ritenuto “grave” – avrebbero portato avanti pur di evitare una riparazione adeguata del sistema frenante che probabilmente avrebbe portato a una lunga chiusura dell’impianto, le cui casse erano state messe già a dura prova dal lockdown.
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“Abbiamo potuto accertare, in particolare dall’analisi dei reperti fotografici, che la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso, cioè non era stato rimosso o meglio era stato apposto il ‘forchettone’ che tiene distante le ganasce dei freni che avrebbe dovuto bloccare il cavo in caso di rottura”, spiega il procuratore. Un malfunzionamento che i tre, secondo le ricostruzioni, avrebbero ignorato. Pare che sia stato effettuato un intervento il 3 maggio scorso, ma poi, dicono gli inquirenti, sarebbero stati chiusi gli occhi di fronte ad altre spie iniziate fin dalla riapertura del 26 aprile con la “convinzione che mai si sarebbe tranciato il cavo”.
La manutenzione di maggio avrebbe risolto solo in parte il problema quindi per evitare ulteriori interruzioni del servizio, gli indagati avrebbero scelto di aggirare le norme e impedire al freno d’emergenza di entrare in funzione. Così poco prima di mezzogiorno di domenica 23 maggio quell’inerzia sulla sicurezza è costata la vita a 14 persone. I tre devono rispondere di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose nei confronti di un bambino (unico sopravvissuto) rimasto gravemente ferito e di rimozione od omissione dolosa di cautele.
Il numero degli indagati sembra destinato a crescere a breve. L’inchiesta deve ora cercare di appurare anche perché quel cavo si è spezzato, dando il via al primo passo di una tragedia che poteva essere evitata.