Da domani, martedì 18 maggio la Galleria di Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e l’Oratorio dei Bianchi riaprono le porte ai visitatori con tre distinte iniziative che mettono in evidenza l’identità di ciascun sito e la varietà delle collezioni. “Durante la fase di chiusura – dice l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – l’attività di conservazione, ricerca e riordino all’interno dei Parchi e dei Musei siciliani non si è mai interrotta grazie al lavoro delle professionalità interne che hanno provveduto alla cura delle raccolte, quelle esposte e quelle dei depositi. Le iniziative proposte dalla Galleria Abatellis e dalle sedi di Palazzo Mirto e dall’Oratorio dei Bianchi ne sono una pratica espressione che offre, a quanti ben conoscono i tre siti, una rinnovata occasione di visita”.
In particolare “la ricca e preziosa collezione grafica di Palazzo Abatellis – precisa Evelina De Castro, direttrice della Galleria regionale di Palazzo Abatellis – custodisce il disegno raffigurante la Madonna inginocchiata in preghiera, riconosciuto dagli specialisti come opera di Andrea Verrocchio, il grande artista del Quattrocento fiorentino, ricordato dalle fonti come il maestro di Leonardo. L’opera del Verrocchio, scultore e disegnatore, apriva la mostra di Leonardo al Louvre nel 2019, centenario della morte e nello stesso anno il Verrocchio veniva celebrato a Firenze e poi a Washington. Il disegno di Palazzo Abatellis apre la sezione grafica del catalogo di Washington. Di recente la Galleria – ricorda la direttrice De Castro – ha avuto modo di ospitare Johannes Nathan, fra i maggiori esperti di disegno leonardesco, che ha tenuto la sua lectio davanti al nostro Verrocchio, illustrandone i caratteri che ne confermano l’attribuzione”.
Le ragioni di salvaguardia non consentono di esporre l’opera alla luce se non per brevi periodi e l’occasione della riapertura ha suggerito l’opportunità di proporla nel raccoglimento della saletta cinquecentesca adiacente la grande sala del Trionfo della Morte. Quanto a Palazzo Mirto fra le sue raccolte, troviamo le lucerne antropomorfe di Caltagirone, dalle tipiche cromie. Si tratta di un’interessante e varia campionatura di scultura plastica in ceramica applicata agli oggetti d’uso, delle quali le lucerne (la cui modellazione era frutto dell’abilità del maestro ceramista), divengono oggetto di collezionismo già nel corso del XVIII e ancor più nel XIX secolo.
L’esposizione mostra una ricca selezione e varietà dei pezzi che, nel piccolo formato e rispondendo ad una tipologia funzionale, offrono una ricca selezione di statuette raffiguranti tipi e costumi popolari dell’epoca. Alcune di queste lucerne recano in mano uno strumento o un animale, altre sono figure virili a cavalcioni su animali fantastici di mitologica valenza.