Processare l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, già rinviato a giudizio per diffamazione, anche per istigazione a delinquere. È la richiesta avanzata dal legale Alessandro Gamberini, avvocato di Carola Rackete, comandante della Sea Watch3, rispetto ad alcune affermazioni pronunciate in una diretta Facebook e in una comizio del luglio 2019 dal leader della Lega, come “sbruffoncella”, “fuorilegge”, “delinquente” o autrice di un atto “criminale”.
Il gup di Milano Sara Cipolla si è riservata, ha qualche giorno per decidere, rispetto all’opposizione all’archiviazione avanzata dalla difesa di Rackete che ritiene “le frasi, pronunciate dall’allora ministro oltre che leader politico, lesive e non certo un legittimo diritto di critica”.
Di parere opposto la difesa di Salvini, rappresentata dall’avvocato Claudia Eccher, la quale ha consegnato una memoria per ribadire “il diritto di critica rispetto ad affermazioni prive di una efficacia istigatoria”. Il giudice può decidere di archiviare, disporre nuove indagini o l’imputazione coatta per Salvini.