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SCHEDE| Palermo in zona arancione: scuola, sport e ristoranti. Cosa cambia

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Palermo ritorna in zona arancione, dopo settimane di sacrifici da parte di tutti, attività commerciali in primis, si allentano le misure restrittive anti-Covid. La decisione, nonostante il numero dei contagi sia ancora elevato ma al di sotto dei parametri che fanno scattare “in automatico” l’area blindata. Il timore che a causa di comportamenti in violazione dei protocolli possano mettere a rischio la permanenza in arancione. Ieri il sindaco Leoluca Orlando ha definito la zona rossa “più un rosa pallido”, nei giorni scorsi aveva fatto un appello ai cittadini più indisciplinati, invocando maggiore rispetto delle regole, parlando di tragedia annunciata e del rischio corso da migliaia di imprese di interrompere per sempre le loro attività.

Ieri, il nuovo monito: “La revoca della zona rossa e il conseguente passaggio a quella arancione – ha detto – non deve indurre ad un rilassamento nel contrasto al Covid-19. Al contrario richiama tutti a maggiori responsabilità e rispetto delle regole. Bisogna attenersi ai dati e alle prescrizioni degli organi sanitari competenti. Serve più responsabilità per bloccare la crescita di contagi, di morti e per consentire le riaperture delle attività economiche”. Da oggi, quindi, il capoluogo è in zona arancione, rimangono invece in rosso fino al 5 maggio 24 comuni della provincia. Ma cosa cambia a partire da oggi nei comportamenti individuali e per le attività commerciali?

Sport. sospese quelle al chiuso, consentite quelle all’aperto. Sospesi eventi e competizioni tranne quelli nazionali. Ok alle attività nei centri pubblici o privati purchè all’aperto.

Ristorazione. Asporto fino alle 22, sospese attività di pub, bar, ristoranti, servizi catering. Asporto consentito fino alle 22, per pub ed enoteche fino alle 22. Domicilio senza limitazioni.

Commercio. Consentite tutte le attività commerciali dal lunedì al venerdì. Nei centri commerciali, nei festivi e prefestivi, i negozi rimarranno chiusi.

Scuola. L’attività didattica fino alla terza media prosegue in presenza. Nelle superiori è invece al 50%.

 

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