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Vile atto vandalico a Marsala, sfondata a martellate la lapide di tre partigiane

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Sfregiata a Marsala, nel Trapanese, la lapide che in un parco giochi sul lungomare Boero ricorda tre partigiane: Francesca Alongi, Bice Cerè e Grazia Meningi. Ignoti l’hanno sfondata forse a colpi di martello. L’anno scorso la stessa lapide era stata coperta con dello spray nero e accanto era stata disegnata una svastica. “Qualche mese fa – dice Aldo Virzì, presidente provinciale dell’Anpi di Trapani – sui muri della città erano comparse scritte inneggianti al fascismo e croci celtiche”.

Sempre nei mesi scorsi la città era salita alla ribalta della cronaca per le aggressioni subite da cittadini extracomunitari. “Dopo quegli episodi – racconta ancora Virzì – avevamo incontrato il prefetto, che ha convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e ci aveva rassicurato sulle indagini. Adesso purtroppo il nuovo episodio”.

Marsala è una città martire della Resistenza, può contare oltre cento partigiani che hanno partecipato alla guerra di Liberazione e tra le città in provincia di Trapani è quella con il più alto numero di partigiani. È chiaro che i fascisti puntano su Marsala per loro atti ignobili ed esecrabili. Abbiamo più volte avvertito le forze dell’ordine per colpire queste organizzazioni parafasciste che si muovono nell’ombra. Quello di ieri è l’ultimo di una serie di atti che da tempo colpiscono Marsala, una città democratica, antifascista che saprà ribellarsi. Anpi, comunque, continuerà a vigilare e sapremo sconfiggere gli epigoni di questo triste fenomeno”. Per Virzì è più che mai attuale il rischio di rigurgiti fascisti.

 

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