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“Il futuro è un nostro diritto”: scatta la protesta dei commercianti in Sicilia

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“Alle 18 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto”, parole scritte su un pezzo di carta che da oggi pomeriggio, all’orario di chiusura previsto dal Dpcm, campeggeranno sulle vetrine dei commercianti siciliani.

Sono centinaia i bar, ristoranti, pub e altre imprese della somministrazione che aderiscono alla Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi di Confesercenti, che si sentono strangolati da un provvedimento che il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha definito oggi “delinquenziale“.

L’iniziativa di affiggere i cartelloni è stata accolta nelle maggiori città italiane e anche le province siciliane pare si stiano organizzando in tal senso. “Il provvedimento – afferma il presidente di Fiepet Sicilia, Benny Bonaffini mette in stato di lockdown la somministrazione. Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività per molti locali che aprono solo la sera. Bisogna intervenire subito o le imprese non resisteranno”.

In queste ore, la critica maggiore rivolta al governo è la schizofrenia di una decisione che di fatto cancellerebbe gli sforzi, e i costi, sostenuti per i lavori di adeguamento anti-Covid che gli imprenditori hanno dovuto effettuare per poter riaprire le attività dopo il lockdown.

Intanto, si sta svolgendo un confronto serrato tra Roma e le associazioni datoriali che vogliono delle rassicurazioni su questo nuovo stop al commercio.

Critico anche il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina : “Non ci sono certezze sui sostegni economici che il Governo intende mettere in campo per le imprese”.

 

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