Gli appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (D.A.S.O.E.) dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana, coinvolti nell’inchiesta sui presunti falsi dati Covid tornano in libertà. Il 30 marzo scorso erano finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di falso materiale ed ideologico in concorso. L’indagine è costata le dimissioni all’ex assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. In libertà sono tornati la dirigente Letizia Di Liberti, Salvatore Cusimano funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica.
Inchiesta falsi dati Covid, cade l’accusa sui morti non comunicati
Dopo il trasferimento del fascicolo da Trapani a Palermo, per competenza, il gip di Palermo ha deciso di revocare la misura cautelare. A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio. Nei confronti della prima, lo scorso 16 aprile, è caduta la contestazione sui decessi che non sono stati comunicati all’Iss (l’Istituto Superiore della Sanità). La Di Liberti è indagata per falso.
Nella ricostruzione originaria dell’accusa, dall’assessorato sarebbe stato dichiarato un numero inferiore di positivi e di vittime per evitare che la Sicilia finisse in zona rossa. La ricostruzione fatta a Palermo, però, è stata diversa: secondo il giudice questo non avrebbe inciso in alcun modo sulle scelte che collocano i territori in una fascia di colore invece che in un’altra.