In piazza per il funerale del padre del presunto boss, con tanto di sosta davanti alla sala biliardo, ritenuta luogo di summit mafiosi, in pieno lockdown e con i divieti anti Covid. È quanto avrebbero scoperto gli inquirenti, nell’ambito della maxioperazione antimafia che ha portato all’arresto di 33 persone a Messina. Undici aprile 2020: l’Italia si è fermata a causa della pandemia quando muore Rosario Sparacio, il padre di Salvatore, arrestato la notte scorsa nel blitz.
Il corteo funebre si sposta dall’abitazione del defunto e raggiunge, sotto gli occhi degli investigatori che controllano ogni movimento, la sala biliardo “La Spaccata”. Per almeno un quarto d’ora. Poi, secondo le ricostruzioni, il feretro viene portato in chiesa per la benedizione. Ma anche qui i tempi si prolungano ulteriormente. Poi il corteo verso il cimitero. All’epoca scattarono le sanzioni anti Covid con multe ai diretti interessati.
“In questo ambito – dicono gli investigatori – emergeva come, proprio all’interno del locale si tenessero veri e propri summit mafiosi e si praticasse il gioco d’azzardo, attraverso personal computer collegati tramite la rete internet con piattaforme di scommesse on-line aventi sede all’estero, che permettevano di accedere a giochi illeciti, offerti al di fuori del circuito autorizzato dai Monopoli dello Stato, nonché come, attraverso la forza di intimidazione promanante dall’associazione mafiosa, venisse imposto l’utilizzo delle medesime piattaforme software e delle stesse video slot ai vari gestori locali”.