“Il Ponte sullo stretto di Messina è un’opera strategica. Ritenuta tale anche dall’Europa. Per ovviare il criterio vincolante sull’utilizzo del Recovery per la realizzazione di quest’opera, Forza Italia propone di finanziare con tali fondi le opere a terra, quelle compensative o quelle relative alla riqualificazione delle sponde del reggino e del Messinese. Completando l’attraversamento con il Fondo di sviluppo e coesione e strutturali Ue”. Lo ha detto il deputato di Forza Italia, Matilde Siracusano, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della discussione sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Tuttavia – ha continuato – sarebbe anche da rivedere la convinzione che il Ponte non possa essere completato entro il 2026, perché in virtù delle esperienze maturate negli altri Paesi, come ad esempio la Turchia, e del fatto che il progetto del Ponte risale al 2011 è molto probabile che le nuove tecnologie e le modalità di costruzione consentano di ridurre i tempi di realizzazione. Serve effettuare questa valutazione”. Per Siracusano, inoltre, “chiedere all’Ue una deroga del 5 per cento delle risorse, rispetto al limite vincolante del 2026, sarebbe plausibile”.
“Il Ponte si inserirebbe perfettamente nel progetto di transizione ecologica, in quanto offrirebbe come modalità primaria di attraversamento l’alta velocità, consentendo quindi la riduzione dell’80 per cento dell’emissioni di CO2 prodotte dalle navi traghetto e dagli aeroplani”. Inoltre, secondo Siracusano il Ponte potrebbe servire “da stimolo per la realizzazione delle altre opere infrastrutturali ma permetterebbe di ‘intercettare’ il traffico di merci provenienti dal Canale di Suez. Insomma, gli alibi per non realizzare il Ponte sullo stretto di Messina non reggono e da parte del governo ci sarà una colpa grave qualora non fosse costruito utilizzando le risorse del Recovery, perché ciò significherebbe assecondare un pregiudizio ideologico di una parte minoritaria di questa maggioranza”.