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Omicidio Agostino, dopo 32 anni la sentenza: ergastolo per il boss Madonia

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Dopo 32 anni è arrivata la sentenza: ergastolo per il boss Nino Madonia accusato dell’omicidio del poliziotto Nino Agostino, ucciso il 5 agosto del 1989 con la moglie Ida Castelluccio. Lo ha deciso il giudice Alfredo Montalto dopo quasi tre ore di camera di consiglio. Lo scorso 18 gennaio la Procura generale di Palermo aveva chiesto l’ergastolo per l’unico imputato, Nino Madonia. Presente al bunker, come a ogni udienza, il padre del poliziotto, Vincenzo Agostino, con la sua lunga barba bianca.

Il movente dell’omicidio “si è rivelato di peculiare complessità poiché ambientato nel torbido terreno di rapporti opachi tra componenti elitarie di Cosa Nostra ed alcuni esponenti infedeli delle Istituzioni”. È quanto emerge dalla ricostruzione della procura generale di Palermo sulla base delle indagini condotte dalla Dia e su inedite dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Agostino faceva parte insieme a Emanuele Piazza, Giovanni Aiello (il cosiddetto mostro) e Guido Paolilli (anche lui agente di polizia) “di una struttura di intelligence che veniva rappresentata con finalità di reclutamento come ricerca latitanti, ma che in realtà si occupava di gestire complesse relazioni di cointeressenza tra alcuni infedeli appartenenti alle Istituzioni e l’organizzazione criminale Cosa Nostra”.

Sarebbe stata proprio la decisione di Agostino, presa poco prima del matrimonio, di allontanarsi da questa struttura il “fondamento della decisione di uccidere lui e la moglie”. Le prove raccolte, e ora offerte alla valutazione del gup, riguardano non solo dichiarazioni di collaboratori come Vito Galatolo, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia, Francesco Di Carlo, Giuseppe Marchese e Francesco Onorato ma anche testimoni vicini all’agente, come colleghi e familiari. Ulteriori conferme, sottolineano gli investigatori, sono scaturite dalle intercettazioni telefoniche “che hanno dimostrato il coinvolgimento della struttura in alcuni importanti depistaggi”.

 

 

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