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Mafia, necrologio con l’annuncio della morte di un pentito: decapitata la cosca di Adrano | VIDEO

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Operazione “Adrano libera”. Centinaia di uomini della Polizia di Stato hanno eseguito una vasta operazione antimafia, coordinata dalla Procura distrettuale etnea, che ha portato a 35 arresti. Decapitata la cosca Santangelo-Taccuni, articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano, attiva prevalentemente ad Adrano. “A seguito dell’affissione per le vie di Adrano di un necrologio con l’annuncio della morte di un neo collaboratore di giustizia – spiegano gli investigatori – uno dei vertici della cosca era già balzato agli onori della cronaca nazionale per aver definito nel corso di un’intervista il pentito ‘un morto che cammina’ “.

Droga ed estorsioni. Eccoli gli affari della cosca Santangelo-Taccuni. Non sapendo di essere intercettati due indagati ragionavano tra di loro. “Io ti sto dicendo che gli ottanta (mila, ndr)… questi sono tutti soldi di acconto… e va bene glieli racimolo di questa nuova (stupefacente, ndr) e non prendiamo niente… Ci campiamo con le estorsioni questo mese…”, diceva uno. “Ma vai a spiegarglielo che ‘campiamo’ le persone noialtri… 30 persone con mezzo chilo di cocaina ed eroina, che non c’è niente”, rispondeva un altro.

Le indagini dell’operazione antimafia coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, denominata “Adrano Libera’” sono state avviate nel maggio del 2017 proprio quando alcuni pentiti di mafia hanno raccontato tutti i retroscena della cosca. In tal senso, la notizia della collaborazione con la giustizia di Valerio Rosano ebbe nell’immediato forti ripercussioni nella famiglia del collaboratore, il cui padre Vincenzo era ritenuto esponente di vertice del clan la cui reazione fu pubblicamente manifestata con l’affissione di locandine funerarie nel centro storico di Adrano che annunciavano la morte di Valerio Rosano e fissavano le esequie presso una chiesa, il cui fittizio indirizzo corrispondeva alla via in cui ha sede il commissariato di polizia locale.

Le minacce di morte finirono nella trasmissione televisiva “Striscia la notizia” alla cui inviata l’indagato Toni Ugo Scarvaglieri rilasciò un’intervista, nel corso della quale, pubblicamente e senza timore, ebbe ad esprimere forte repulsione per la scelta operata dal collaboratore, definito “un morto che cammina”. Il clan Santangelo Taccuni sarebbe stato diretto da Gianni Santangelo, già detenuto per altra causa, mentre gli organizzatori del gruppo, dedito in maniera specifica al traffico di cocaina e marijuana, sarebbero stati secondo gli investigatori, Giuseppe e Antonino La Mela, Toni Ugo Scravaglieri e Carmelo Scaffidi.

L’approvvigionamento di droga da parte del clan Santangelo Taccuni avveniva anche attraverso canali del Messinese, calabresi e campani. L’operazione ha visto l’arresto di 15 persone, ad altre 12 il provvedimento è stato notificato in carcere, quattro sono stati ammessi ai domiciliari, a tre è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Una sola la persona irreperibile, perché all’estero.

 

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