Sempre più vicina la realizzazione del “Museo del Mare e della Navigazione della Sicilia” che avrà la sede nei locali dell’Antico Arsenale della Marina Regia di Palermo (Ex Arsenale Borbonico). L’intervento, che costerà 4 milioni 587 mila euro di risorse del Fondo di Sviluppo e coesione – Patto per il Sud, riguarda la complessiva ristrutturazione dell’edificio, sia per gli aspetti strutturali che per l’impiantistica e l’allestimento degli spazi espositivi con utilizzazione delle più avanzate tecnologie.
Grazie ad un protocollo d’intesa sottoscritto in questi giorni con l’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Palermo, sarà possibile in breve tempo acquisire il progetto esecutivo attraverso un concorso di progettazione aperto alle migliori risorse del territorio, che svilupperà il progetto di massima predisposto in house dall’Arch. Eliana Mauro, dirigente della Regione.
“Quando mi chiedono quale sia per me il senso dell’eredità lasciata da Sebastiano Tusa – dice Alberto Samonà, assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – credo che la grande sfida sia di poterne cogliere la visione e realizzarne alcune idee. Era davvero innaturale che una città come Palermo non avesse un proprio luogo per celebrare il mare. E quindi, come esponente del governo regionale sono felice di poter mettere la prima pietra nella realizzazione di un luogo di cultura immaginato da Sebastiano Tusa e che cambierà per sempre rapporto della nostra Terra con il mare”.
“La buona politica – aggiunge Samonà – è quella che, raccogliendo le esigenze del territorio, trasforma l’idea in azione. Il Museo del Mare della Sicilia sarà un luogo dalla forte identità, capace di testimoniare le evidenze archeologiche e quelle antropologiche di una Terra che – sin dall’origine dei tempi – è stato un crocevia di intensi scambi commerciali e culturali”.
Il Museo, che accoglierà i reperti provenienti dal mare, recuperati in questi anni dalla Soprintendenza, racconterà la lunga storia della navigazione che ha interessato la Sicilia: dalla preistoria ai primi del Novecento, quando i nostri migranti salpavano verso le Americhe a bordo dei bastimenti. Una storia che si intreccia con quella del porto di Palermo, dei suoi cantieri navali e del rapporto della città con il mare.
“Il progetto preliminare – dice la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – si basa sulla ricerca storico-architettonica approfondita da Eliana Mauro nella fase di predisposizione del progetto. Il Museo sarà un luogo caro ai siciliani, il luogo fisico in cui si raccoglieranno suggestioni legate al mare: dai reperti archeologici alle testimonianze umane. Per me, che da moglie e compagna di lavoro, ho condiviso il sogno di Sebastiano, è davvero straordinario vedere realizzata, grazie alla lungimirante visione dell’assessore Samonà, un’opera che raccoglierà le testimonianze, interviste, oggetti e storie che ci aiuteranno a comprendere meglio chi siamo oggi e qual è la nostra storia. L’accordo firmato con il presidente dell’Ordine degli Architetti, Franco Miceli, è un importante acceleratore che, oltre che rendere concreto ed attuabile in tempi brevi il progetto, apre nuove prospettive alla condivisione e al coinvolgimento di talenti che sentiremo al nostro fianco nella realizzazione del Museo”.
“Il protocollo sottoscritto con la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – afferma Franco Miceli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo – offre l’occasione per condividere con la Regione l’importanza del concorso quale strumento di selezione della qualità. Gli interventi previsti per il Museo del Mare – hanno particolare valenza non solo per il Museo in sé e per la futura fruizione del patrimonio archeologico e storico che custodirà, ma perché l’ex Arsenale borbonico è ubicato in una zona della città per troppo tempo preclusa alla fruizione e che oggi è più che mai necessario valorizzare”.
“Il Museo – continua Miceli – con il recupero del rapporto tra città e mare, costituisce la premessa per avviare un processo inedito di rigenerazione urbana e recupero del waterfront grazie al quale si potrà ricucire uno strappo. Vedo il concorso come una grande opportunità di far emergere idee che auspichiamo – conclude – possano coniugare la difesa del patrimonio storico con l’idea di Palermo sempre più città contemporanea”.