L’appello del deputato di Montecitorio, membro dell’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati, Francesco Scoma, in favore dei ristoratori siciliani. Forse tra le categorie più tartassate dalle restrizioni. Pare, infatti, che il passaggio dalla “zona rossa” a quella “arancione” non sia cambiato molto per le loro tasche che rimangono in profondo rosso.
“La rimodulazione delle misure previste nelle diverse fasce di rischio proposta dal Cts – dice Scoma – potrebbe far sì che i ristoranti e i bar della Sicilia che hanno la possibilità di effettuare servizio ai tavoli all’aperto possano riaprire. Il mondo della ristorazione può garantire distanziamento, protezioni e misure igieniche tali da scongiurare il pericolo del contagio ai clienti e ai propri dipendenti. Questa rimodulazione – prosegue Scoma – è indispensabile per dare a tutto il settore una boccata d’ossigeno necessaria per una graduale ripartenza dopo mesi di chiusura”.
Proprio oggi, a Palermo, si è svolta una manifestazione per rivendicare il diritto al lavoro e agli aiuti economici e per far sentire la voce di migliaia di imprese e lavoratori che sono allo stremo dopo un anno di emergenza legata al Coronavirus.
“Se non si cambiano urgentemente le regole e non si dà fiducia a chi ha investito tanto per mettere in sicurezza le proprie strutture, registreremo una ecatombe di posti di lavoro. Il governo regionale non può mettere la testa sotto la sabbia: il grido di dolore lanciato oggi da Fipe Confcommercio Palermo – conclude Scoma – è l’ennesimo segnale di una frustrazione e il senso di spaesamento di tanti esercenti che chiedono di poter tornare al lavoro e riacquistare dignità”.