Filippo Turetta ha usato un solo coltello per uccidere Giulia Cecchettin. È uno dei dettagli che emerge dopo 14 ore di autopsia sul corpo della studentessa 22enne assassinata dall’ex fidanzato. Un dettaglio che sarebbe stato confermato anche nell’ampia confessione resa ieri davanti al pm di Venezia Andrea Petroni. Il coltello spezzato, con una lama lunga 21 centimetri, trovato nel parcheggio di Vigonovo (Venezia) a circa 150 metri dalla villetta della 22enne, non sarebbe stato quindi usato.
È più che verosimile, ma la certezza assoluta la daranno le analisi del Ris di Parma, che Turetta abbia usato il coltello da cucina, con una lama da 12 centimetri, trovato e sequestrato nell’auto con cui è fuggito in Germania, per colpire l’ex fidanzata almeno una ventina di volte.
A Giulia “ho fatto una cosa orribile, voglio pagare”. Lo ha ripetuto più volte, Filippo Turetta durante l’interrogatorio di ieri davanti al pm di Venezia Andrea Petroni. Collaborativo, pronto a non sottrarsi alle domande incalzanti della pubblica accusa, avrebbe ammesso le due fasi dell’aggressione – prima nel parcheggio di Vigonovo, poi nella zona industriale di Fossò – poi sfociate nel delitto commesso con un coltello da cucina usato per colpire ripetutamente l’ex fidanzata.
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