“Nelle prossime 48 ore potremo comprendere se le decisioni prese di concerto con il governo nazionale abbiano avuto l’effetto di limitare la diffusione del contagio e di evitare un danno significativo all’apparato produttivo, limitando nel tempo la chiusura della attività commerciali. Ancora qualche ora e potremo capire se l’indice Rt, come sembra dalla riduzione dei contagi, ci consentirà di condividere con il governo centrale il possibile declassamento di rischio per l’Isola”. A dirlo è stato l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, durante il suo intervento all’Assemblea regionale siciliana per riferire della situazione pandemica.
“Nelle ultime settimane l’incidenza per 10mila abitanti ha visto la Sicilia al quinto posto in Italia, quella per deceduti sempre per 10mila abitanti al 12esimo posto e i tamponi molecolari realizzati, sempre su 10mila abitanti, ci vedono al settimo posto. I ricoverati sono il 3 per cento degli attuali positivi. In terapia intensiva si trovano 228 persone, l’1 per cento del totale dei positivi”. Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letti negli ospedali poi, la Sicilia è “tra le regioni italiane che hanno il maggior rispetto dei parametri di ospedalizzazione che vedono una soglia del 30 per cento per le Terapie Intensive e del 40 per cento per la degenza ordinaria. L’Isola in questo momento si trova al di sotto di entrambi i parametri”.
Vaccini. “In alcune aree del territorio – aggiunge Razza – si sono verificate criticità. A me non importa che a fronte di 105mila soggetti vaccinati queste criticità possano avere riguardato un numero significativamente modesto di persone. Il tema è legato all’effettività del rispetto delle procedure in maniera eguale da parte di tutti”. Sulla vicenda delle vaccinazioni “sospette” sono in corso anche le indagini dei carabinieri del Nas. Ieri, l’Asp di Ragusa ha sospeso due dirigenti che avrebbero consentito ad alcuni loro familiari di aver accesso al vaccino scavalcando i nominativi nella lista delle categorie con priorità.
“Nessuno ha mai pensato che dovessero andare perse delle dosi vaccinali – continua Razza – ma una cosa è, se rimane qualche dose scongelata, coinvolgere un numero di soggetti che possono essere vaccinati, altra cosa se dovesse emergere che qualcuno in maniera preordinata ha organizzato la cessione delle dosi”. Su questo fronte, ha ricordato l’assessore, “ci sono un’attività amministrativa disposta dalle Aziende sanitarie provinciali, penso a quelle di Ragusa e Palermo che si sono mosse per prime, e l’attività giurisdizionale”.
L’assessore ha sottolineato come la circolare emanata dal suo assessorato avesse dato “indicazioni”, dicendo che “laddove sono state scongelate più dosi rispetto a chi materialmente si presenta per le vaccinazioni si deve fare riferimento alle categorie indicate nella circolare, ossia gli over 80, il personale che svolge attività di servizio pubblico, e non a familiari, parenti e amici”.