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È morto Emanuele Macaluso, addio allo storico dirigente del Pci

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È morto a 96 anni Emanuele Macaluso, storico dirigente del Partito comunista italiano. Nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, Macaluso è stato parlamentare dal 1963 al 1992. Fu anche direttore de L’Unità dal 1982 al 1986.

Un impegno politico che affonda le radici nella sua terra natale, la Sicilia. A 17 anni, nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, aderì al Pci clandestino e svolse una intensa attività antifascista e sempre in quel periodo incontrò per la prima volta lo scrittore Elio Vittorini che si recò a Caltanissetta, città di Macaluso, per conto del partito. Conobbe e strinse un’amicizia, durata più di cinquant’anni, con lo scrittore Leonardo Sciascia.

Dopo la Liberazione, nel settembre del 1944, Macaluso accompagnò il primo segretario del Pci siciliano Girolamo Li Causi a Villalba per tenervi un comizio con Michele Pantaleone: il boss mafioso Calogero Vizzini e i suoi uomini spararono e lanciarono bombe a mano. Fu il primo tentativo di strage e il suo primo ‘incontro’ con la mafia. Impegnato nel movimento sindacale, nelle prime elezioni amministrative del 1946 fu eletto consigliere comunale della sua città e diresse la Camera del Lavoro sino al 1947. Macaluso radunò alla guida del movimento sindacale un gruppo di giovani intellettuali che ebbero successivamente un ruolo nella vita politica siciliana e nazionale, come Guido Faletra e Aldo Costa.

Nel 1947 si svolse a Caltanissetta il congresso regionale della Cgil siciliana con la partecipazione del segretario generale Giuseppe Di Vittorio. Fu lui a proporre Macaluso, che aveva 23 anni, segretario regionale della Cgil.

A causa del suo impegno sindacale subì molti processi, uno insieme al dirigente comunista Pio La Torre per le occupazioni delle terre a Corleone in feudi controllati dal boss mafioso Luciano Liggio. Nel 1951 venne eletto, nel collegio di Caltanissetta, deputato dell’Assemblea regionale siciliana, rieletto nel 1955 e nel 1959. Nel 1956 lasciò il sindacato per dirigere il Pci siciliano e fu eletto all’8° congresso del partito nel comitato centrale.

Negli anni in cui diresse il Pci in Sicilia furono condotte forti lotte politiche e, nel 1958, si manifestò uno scontro duro tra l’opposizione di sinistra e il governo di Giuseppe La Loggia sul tema dell’industrializzazione della Sicilia e il ruolo che in essa dovevano avere gli imprenditori siciliani. Lo scontro, nell’Assemblea regionale siciliana, si concluse con le dimissioni di La Loggia, l’elezione a presidente della Regione di Silvio Milazzo e la costituzione di un governo regionale che per la prima volta vide la Dc subire una scissione e collocarsi all’opposizione.

Macaluso ebbe un ruolo rilevante in quel periodo e si affermò anche come uomo politico sul piano nazionale. Nel gennaio 1960 divenne, infatti, membro della direzione del Pci e successivamente, con Palmiro Togliatti, Luigi Longo ed Enrico Berlinguer entrò nella segreteria nazionale. Ha diretto la sezione di organizzazione del Pci, la stampa e la propaganda e infine del Mezzogiorno.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Il premier Giuseppe Conte, arrivato in Aula al Senato per le comunicazioni sulla fiducia, ha preso la parola e lo ha ricordato: “Anch’io mi associo al ricordo di Macaluso, che è stato qui per tanti anni prima come senatore, poi come giornalista. Penso che anche chi non ha condiviso le sue idee politiche possa dire che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale del Paese”.

L’aula del Senato, dopo la richiesta del presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci, ha osservato un minuto di silenzio per ricordare lo storico dirigente comunista. “Sicuramente fisseremo una giornata per poterlo commemorare qui in Senato”, ha poi specificato la presidente Elisabetta Casellati.

Ho incontrato #Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana”. Lo scrive su Twitter Paolo Gentiloni.

“Ci ha lasciato Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci. Un comunista riformista, strenuo combattente per i diritti e la dignità della sua Sicilia, spirito libero e anticonformista, ha dedicato ogni sua energia alla democrazia e alla libertà. Un ultimo saluto con gratitudine”. Lo scrive su Twitter Piero Fassino.

“La morte di Emanuela Macaluso è una gravissima perdita. Egli insieme a Giorgio Napolitano e Gerardo Chiaromonte ha impersonato la linea di segno opposto a quella di Enrico Berlinguer, e poi di Occhetto, D’Alema, Veltroni cioè la scelta netta per il socialismo riformista come superamento della crisi per implosione del comunismo. Il fatto che il Pds e poi il Pd non ha seguito la linea proposta da Macaluso e dagli altri miglioristi è stata una autentica sciagura non solo per la sinistra italiana ma per la democrazia in questo Paese. L’esplosione del populismo grillino che oggi è uno dei fattori fondamentali di crisi deriva anche dal giustizialismo antisocialista che ha segnato la nascita del Pds e la azione politica dei suoi eredi.” Così in una nota Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà.

“Emanuele Macaluso, un gigante della politica. Di quella politica che è tutt’uno con la cultura. E viceversa. Insieme con Vittorio Foa hanno dato moltissimo alla cultura riformista della sinistra italiana, innanzitutto quella sindacale. Se non sapete chi è stato e cosa ha fatto, datevi da fare per recuperare l’opportunità di conoscere bene quel tempo della Politica con la P maiuscola. Ciao Maestro”. Lo scrive in un post il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo. La pagina ufficiale del Pd Sicilia su Facebook – in suo ricordo – sarà listata a lutto.

 

 

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