È ufficiale, l’europarlamentare Caterina Chinnici dice addio al Pd e passa con Forza Italia. I rumors si erano rincorsi nei giorni scorsi con grande sdegno di chi già aveva iniziato a criticarla sui social, tirando in ballo anche la memoria del defunto padre, il magistrato Rocco Chinnici, assassinato dalla mafia. Il partito di Berlusconi e Dell’Utri: questa la colpa più grande per il popolo social. Per Chinnici, che alle ultime regionali era stata la candidata dem per la presidenza, il Pd si è spostato troppo a sinistra e di riflesso la sua posizioni nel gruppo dei Socialisti e democratici a Strasburgo. Afferma di stimare la segretaria Elly Schlein ma non ne condivide molte posizioni: da qui la necessità di cambiare casacca.
Nei giorni scorsi si era chiusa nel silenzio, non dando né conferma né smentita. Poi, l’intervista al Corriere della Sera in cui ha espresso tutte le sue perplessità sul nuovo corso del maggiore partito di sinistra in Italia. “Io ero una indipendente, lo sono e lo sarò sempre e così ho deciso di aderire al Ppe, nella delegazione di Forza Italia”. Nell’ultimo periodo “mi sono sentita sempre più a disagio. Mi sono spesso trovata a condividere il mio lavoro e impegno con i colleghi del Ppe, con cui ho anche ottimi rapporti personali, che non con quelli del mio gruppo”, spiega.
“Conosco Elly da tanto, ne apprezzo l’autenticità dell’impegno. Ma su alcuni temi abbiamo visioni diverse, e inoltre il gruppo dei Socialisti e democratici nel tempo si è spostato sempre più a sinistra. Troppo, per me”. Come se non bastasse, Chinnici sostiene di non aver avuto il sostegno che si aspettava da parte del Pd in Sicilia: “da non iscritta” aveva accettato di correre per Palazzo d’Orleans salvo poi non avere “nemmeno il supporto di tutto il Pd”. Sarebbe stato il presidente del Parlamento europeo, l'”azzurro” Antonio Tajani, ad avviare le trattative. Un duro colpo per il Pd siciliano che non digerirà facilmente l’addio di Caterina Chinnici, che all’epoca delle regionali era stata criticata a causa di quella che era stata definita come una “campagna silente”.
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