“Non credo possa esserci un liberi tutti prima del 2023”. Sono le parole della professoressa Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center, ieri sera ospite a DiMartedì su La7. “Le prospettive che abbiamo sono legate all’efficacia della campagna di vaccinazione, è molto importante che determinate persone vengano vaccinate prima. Qui negli Stati Uniti siamo già abbastanza avanti con la somministrazione della seconda dose. Ci vuole lucidità, se gestiremo bene la campagna cercheremo di abbassare il numero dei focolai per tutto il 2021. Nel 2022, con tutta la popolazione vaccinata, molte meno mascherine, potremo ricominciare a comportarci come prima. Mi dispiace, ma non credo possa esserci un liberi tutti prima del 2023”.
Ilaria Capua è uno dei “volti noti” che chi non appartiene al mondo scientifico ha imparato a conoscere durante la pandemia. Purtroppo, non arrivano notizie confortanti dall’esperta, parole che risuonano come pietre, soprattutto in relazione al momento che sta attraversando la Sicilia. Pensare che si debba convivere con il virus per tutto questo tempo affligge. Il Covid costringe ormai da tempo ad uno stravolgimento della vita di tutti.
Ieri nell’isola, sono state proclamate altre due “zone rosse” Gela e Villarosa, rispettivamente nel Nisseno e nell’Ennese. È stato il giorno più nero in termini di contagi e di vittime: 1913 casi e 40 vittime in sole 24 ore. Il bollettino del ministero della Salute, dopo i dati confortanti a partire da metà dicembre, è tornato ad essere un resoconto di guerra.
Si attende il nuovo Dpcm che potrebbe essere varato il 15 gennaio da Palazzo Chigi. Oggi si dovrebbe svolgere il Consiglio dei Ministri, sul tavolo dovrebbero esserci anche un disegno di legge e un decreto oltre all’atteso provvedimento che potrebbe istituire la zona rossa in Sicilia e una ancora non bene identificata “zona bianca” in alcune aree del Paese. Previsto un giro di vite sulla movida e lo stop all’asporto dai bar dopo le 18.