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Messina Denaro, oltre 4 miliardi di patrimonio: ora è caccia ai fiancheggiatori

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La stima di oltre 4 miliardi è solo un calcolo fatto grazie alla somma dei sequestri e delle confische ai prestanome. Ma quantificare il patrimonio riconducibile a Matteo Messina Denaro è un’operazione inevitabilmente velleitaria. Perché la ramificazione degli interessi economici è tale da delineare una ragnatela che in parte, non si sa quanto consistente, è ancora sconosciuta. Le infiltrazioni nell’economia legale sono capillari, i legami con gli imprenditori e i professionisti, in Sicilia ma anche fuori dall’isola, sono stretti.


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Le parole del procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, sono eloquenti: “C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo”. Non sarà facile e non è prevedibile, oggi, fino a dove si riuscirà ad arrivare. Ma allargare il cerchio dei rapporti economici è l’unica strada che può consentire di rendere il clamoroso arresto del boss l’opportunità di spezzare le trame costruite in trent’anni di latitanza. Seguire il flusso del denaro è una delle direttrici principali dell’azione del Ros dei Carabinieri e delle altre forze dell’ordine che contrastano le attività mafiose.

La mappa dei sequestri operati finora aiuta a individuare i settori principali in cui gli affari riconducibili a Messina Denaro hanno prosperato. Supermercati, alberghi e villaggi turistici, immobili, energia eolica, opere d’arte. Il ventaglio è quello classico delle grandi operazioni legate alla pulizia del denaro sporco che ha continuato ad affluire costantemente nel tempo. Ma l’aspetto più rilevante, proprio nell’ottica di chi vuole smantellare il più possibile il sistema economico parallelo che si è sviluppato intorno al boss mafioso, è quello delle relazioni strutturate, delle complicità e delle connivenze che, insieme alla protezione necessaria per la latitanza, hanno consentito da una parte di far accumulare un patrimonio sterminato e, dall’altra, di far guadagnare imprese e imprenditori.

Accanto al favoreggiamento classico, quello delle coperture, dell’ospitalità e delle false identità, c’è il favoreggiamento economico, quello degli affari e di un tessuto produttivo che non è solo infiltrato ma che è diventato strutturalmente mafioso. E, su questo terreno, la partita degli inquirenti è appena iniziata.

 

Fonte: Adnkronos, articolo di Fabio Insenga

 

 


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