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Palermo, arrestato Matteo Messina Denaro: era ricoverato alla clinica Maddalena

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Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dopo 30 anni di latitanza mentre era in day hospital alla clinica “La Maddalena” di Palermo. ”Oggi – spiega il comandante dei carabinieri del Ros, Pasquale Angelosanto – i carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Legione Sicilia, nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Palermo, hanno arrestato il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria dove si era recato per sottoporsi a delle terapie cliniche’‘.


Messina Denaro, il boss imprendibile: il video dell’arresto, le immagini dalla clinica


L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Già negli ultimi mesi del 2022 il cerchio attorno all’ultimo padrino di Cosa nostra si stava stringendo. A settembre scorso, infatti, erano stati arrestati 70 presunti fiancheggiatori del boss latitante: i provvedimenti erano stati emessi dalla Dda di Palermo. L’operazione era stata effettuata dai carabinieri a Trapani e provincia. La Primula Rossa, l’inafferrabile capomafia era latitante dall’estate del 1993.

Figlio del boss di Castelvetrano, in provincia di Trapani, alleato e sostenitore dell’ascesa dei corleonesi di Totò Riina, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, scrisse una lettera alla fidanzata di allora preannunciando chiaramente che sarebbe svanito nel nulla. “Sentirai parlare di me – scriveva – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità“. Matteo Messina Denaro è stato ritenuto responsabile di decine di omicidi tra i quali spicca per efferatezza e spietatezza quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia. Anche per questo pende su di lui la massima pena detentiva all’ergastolo.  Poi le stragi del ’92 in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e gli agenti di scorta, ancora  gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

+++ IN AGGIORNAMENTO +++

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