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Teatro, “Parola a Palermo”: artisti riuniti danno voce alla città

Ndr: questo è un comunicato pubblicato integralmente, pertanto non è un articolo prodotto dalla redazione.

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Ventisette spettacoli di artisti palermitani per un progetto teatrale che, dal 29 settembre al 18 ottobre, nella Chiesa dello Spasimo, darà voce alle diverse anime di Palermo.Co-organizzata dal Teatro Biondo e dall’assessorato alle Culture del Comune, Parola a Palermo è un’articolata rassegna pensata per gli artisti del territorio con un calendario di spettacoli rivolti a pubblici diversi, dai bambini agli adulti.

Parola a Palermo comincia stasera alle 21 con lo spettacolo Parla Palermo interpretato da Salvo Piparo con le musiche e i canti di Egle Mazzamuto, Francesco Cusumano, Diego Spitaleri e Michele Piccione e con la partecipazione straordinaria del giornalista Guido Monastra. Incentrato su testi di Salvo Licata e dello stesso Piparo, Parla Palermo è un insieme di storie, racconti e memorie dedicati alle diverse voci e identità della città.

Alternando musiche, liriche e racconti, Piparo costruisce un affresco contrastato, divertente ed emozionante di Palermo, rendendo omaggio anche al poeta da strada Peppe Schiera, a padre Pino Puglisi ea Luigi Maria Burruano, che viene “intervistato” in paradiso.

Egle Mazzamuto esegue il canto A vucchella,con il testo di Gabriele D’annunzio e altri canti di tradizione, accompagnata dal cantautore e percussionista Francesco Cusumano e dai virtuosismi al pianoforte del maestro Diego Spitaleri. Il polistrumentista MichelePiccione è l’eco musicale, la cassa armonica del cunto finale di Salvo Piparo dedicato alla città e a tutti i suoi quartieri.

Uno spettacolo imperdibile per chi ama Palermo con tutte le sue straordinarie contraddizioni. La rassegna proseguirà domani alle 18,30 con lo spettacolo Con sorte, scritto e diretto da Giacomo Guarneri, interpretato da Oriana Martucci e prodotto dall’associazione culturale Pentola Nera. Un monologo appassionato, che affronta il difficile tema della criminalità mafiosa raccontando le vicissitudini di una coppia che gestisce una gioielleria.

Un testo amaro, cinico, divertente, brutale, che rappresenta una condizione di vita assurda quanto reale. Lo scenario è la Sicilia dei ricatti e delle intimidazioni di Cosa Nostra, di chi si piega per paura, per vigliaccheria, per opportunismo, o semplicemente perché, abbandonato a se stesso, non ce la fa a dire di no.

Lo spettacolo è il primo appuntamento con il teatro sociale, uno dei percorsi proposti dalla rassegna Parola a Palermo, che proseguirà fino a domenica 18 ottobre.

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