“Il dato è tutto politico: all’Ars la maggioranza di centrodestra si è sgretolata alla prima prova d’aula. Le frizioni al loro interno si sono palesate al voto per l’elezione dei vicepresidente e il candidato di opposizione che ottiene più voti e dunque è il vicario al posto di Luisa Lantieri, proposta dalla maggioranza ma non sostenuta fino in fondo. È una questione di poltrone, insomma, e di gestione del potere per cui il presidente della Regione ha dovuto subire l’imposizione proveniente da Roma”. Lo dichiara il deputato e segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, all’indomani del giuramento della squadra di governo regionale e alle “evidenti difficoltà” nella maggioranza di centrodestra a sostegno di Renato Schifani.
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“La compattezza rivendicata dal governatore – prosegue Barbagallo – non c’è stata a dimostrazione del fatto che da quel lato la poltrona è il collante che li tiene uniti. Mentre la Sicilia è di fatto senza un governo pensante da circa 4 mesi, dopo le dimissioni estive e la fuga a Roma di Musumeci e le lunghe procedure per l’insediamento di Schifani e del suo governo”.
“Ci sono emergenze sociali e economiche che non possono più aspettare, una manovra finanziaria da varare ma – aggiunge – visto il clima che si respira a Palazzo dei Normanni, è triste riscontrare che, dando per scontato l’ennesimo esercizio provvisorio (in continuità col precedente governo), il Governo non avrà vita facile a Sala d’Ercole. Il PD non ha in alcun modo intenzione – conclude – di offrire il fianco e prestarsi ad inciuci e giochetti di ogni sorta. Al contrario svolgeremo il nostro ruolo di opposizione ferma e convinta”.
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