Percepivano il reddito di cittadinanza senza averne il diritto. Questa l’accusa nei confronti di undici agrigentini con precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso. A procedere è stata la Guardia di Finanza, su delega del procuratore capo Luigi Patronaggio e del sostituto Gloria Andreoli.
Secondo gli investigatori, gli indagati, tutti agrigentini, colpiti da misure cautelari personali, percepivano le somme senza averne alcun titolo. Tutti sono stati segnalati all’Inps che ha fornito una preziosa collaborazione, per la revoca dell’erogazione del contributo illecitamente riscosso.
La truffa ai danni delle casse pubbliche ammonterebbe a 300.000 euro. Secondo quanto fa sapere Patronaggio, sono in corso ulteriori indagini per scoprie se ci sono altri che hanno percepito il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti “sia per l’esistenza di condizioni soggettive ostative alla erogazione, sia per l’esistenza di concomitanti rapporti di lavoro in nero”.
Al momento gli indagati sono 69, ma le ulteriori indagini, se dovessero confermare le ipotesi investigative formulate dalla Procura, porterebbero ad numero ben maggiore di indagati.