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A casa: dopo 110 giorni i pescatori sequestrati in Libia sbarcano a Mazara | VIDEO

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Sono tornati a casa. Dopo 110 giorni, 107 di prigionia, i 18 pescatori sequestrati il 1 settembre a nord di Bengasi sono sbarcati al Porto Nuovo di Mazara del Vallo. Non appena entrati in rada, sono stati accolti dalle sirene delle altre imbarcazioni in segno di saluto. Il primo ad attraccare è stato l’Antartide.

Ad aspettarli i familiari con dei palloncini tricolore. Tra questi, sotto la pioggia battente, donne in tailleur e acconciatura appena fatta. L’emozione era palpabile. “Non vedo l’ora di abbracciare mio figlio”, diceva durante l’attesa Anna Giacalone. “Non stavo nella pelle, questi giorni non passavano mai”. Mancavano da casa dal 1 settembre, giorno in cui furono catturati in mare a nord di Bengasi. Prima di mettersi in viaggio hanno subito degli intoppi a causa di alcuni guasti al motore di uno dei pescherecci con cui hanno fatto ritorno, l’Antartide e il Medinea.

Hanno raccontato di non aver subito violenze ma umiliazioni durante la prigionia. “I nostri carcerieri – ha detto ieri il comandante del Medinea Pietro Marronenon volevano che li guardassimo negli occhi, altrimenti ci avrebbero infilato la testa nel bidet”.

Marika Calandrino
Marika Calandrino

Pare che li obbligassero a cucinare per loro e servire i pasti senza guardarli in faccia. Ha parlato di percosse invece la moglie di uno dei marittimi: “Mio marito è stato picchiato a sangue”, ha dichiarato ieri Marika Calandrino, moglie di Gaspare Giacalone. “L’ho capito quando ho visto una foto, pochi giorno dopo il sequestro. Aveva un occhio gonfio e una parte del viso arrossata. Conosco mio marito e ho capito subito che ha subito violenze”.

Il 1 settembre, Giacalone si trovava sul peschereccio “Anna Madre”,  nelle vicinanze degli altri: “Natalino”, “Antartide” e “Medinea”. I primi due riuscirono a fuggire ma i comandanti Giacalone e Bernardo Salvo furono trasbordati e sequestrati insieme agli altri. Ieri sera, la Marina militare e l’equipaggio della nave “Carlo Margottini”, che li ha scortati, ha offerto ai una cena ai pescatori e dedicato un biglietto con la scritta “Bentornati a casa”.

Una notte senza fine per l’armatore del Medinea, Marco Marrone, che ha trascorso il tempo parlando al telefono con il suo capitano, Pietro Marrone, tra pianti e risate. “Oggi è il nostro Natale lo abbiamo anticipato di qualche giorno“, dice accompagnato dalla fidanzata Caterina che in questi mesi ha lottato insieme con le famiglie dei pescatori. Dopo l’attracco un medico dell’Asp è salito a bordo per effettuare i tamponi sui pescatori risultati tutti negativi al test rapido. Subito dopo hanno eseguito anche quelli molecolari, i cui risultati si conosceranno solo nel pomeriggio. Adesso lasceranno il porto con le loro famiglie.

Da segnalare l’assenza della politica questa mattina. A parte il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, sembra non ci fossero esponenti del governo nazionale e regionale.

 

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