“Se il M5S dovesse rompere l’alleanza con il Pd, io lo considererei alto tradimento. Non ci sono altre parole. Non giochiamo mica al Gioco dell’oca. Abbiamo fatto un percorso alla luce del sole e non vedo perché non debba essere rispettato”. Sembrano lontani i tempi in cui il segretario regionale del Pd siciliano, il deputato all’Ars Anthony Barbagallo, girava l’isola in tour insieme con il sottosegretario grillino Giancarlo Cancelleri, in vista delle Amministrative del 2021 parlando di un “consolidamento dell’intesa”. I malumori del M5S, dopo la chiusura del segretario Enrico Letta che ha parlato di “rottura irreversibile”, sono sotto gli occhi di tutti. E i vari esponenti di punta del M5S siciliano non nascondono le difficoltà.
A partire proprio da Cancelleri che ripete: “Come si fa a stare divisi a Roma e insieme in Sicilia?”. Ma anche il capogruppo M5s all’Ars Nuccio Di Paola dice: “No a un fritto misto”. Eppure il Pd, con il M5S e la Sinistra, ha fatto le primarie di coalizione, che hanno visto la vittoria della candidata dem Caterina Chinnici, eurodeputata. “Abbiamo fatto un percorso alla luce del sole, che ha coinvolto 43 mila siciliani – dice Barbagallo in una intervista all’Adnkronos – alla base dell’alleanza c’è una ‘obbligazione politica’, che prevede l’appoggio del vincitore. Non stiamo mica giocando. I siciliani hanno scelto, e noi pretendiamo che Caterina Chinnici venga sostenuta anche dal M5S”.
Spiega anche che “questa settimana la macchina elettorale si è fermata, perché domani è l’anniversario della morte di Rocco Chinnici”, il giudice ucciso il 29 luglio del 1983 a Palermo. “La prossima settimana ripartiremo, a pieno ritmo”. E il M5S? “In questi anni siamo stati al governo con la Lega, a Roma, ma nessuno ha mai pensato di andare con la Lega al voto”. Poi Barbagallo aggiunge: “Una cosa sono le Politiche e un’altra cosa è quello che accade sui territori. Allora che facciamo: A Napoli azzeriamo la giunta o a Termini Imerese buttiamo fuori gli assessori. È un discorso senza senso”. E se la pende con la stampa che “sta enfatizzando” questa vicenda.
“Ci sono vari livelli di governo e si fanno percorsi diversi. Il percorso avviato in Sicilia è di alternativa al governo Musumeci, non può esistere una alleanza più coerente. L’alternativa è venuta fuori dalle primarie, vinte dal Pd”. E se il M5S dovesse decidere di andare da solo, come dicono i rumors di palazzo? Con un candidato scelto tra il capogruppo all’Ars Nuccio Di Paola o un deputato? “Beh, se dovessero decidere di andare da soli sarebbe alto tradimento, non riesco neppure a immaginarlo. Sarebbe anche un tradimento nei confronti dei siciliani che si sono registrati rispettosamente. Per noi non è all’ordine del giorno. E io sono abituato a fidarmi delle persone. Alla base di tutto c’era la fiducia, non ho motivo di pensare che il M5S si sfili. Per noi Pacta sunt servanda (i patti vanno rispettati ndr)”.
Nel frattempo, nel centrodestra non si riesce a trovare un candidato unitario. Fino a ieri la fumata è stata ancora una volta grigia, nel summit tutto romano tra gli esponenti del centrodestra. Il nome di Nello Musumeci, governatore uscente, è ancora in bilico. “Io ho già un sacco di problemi dalla mia parte, non voglio occuparmi pure di Musumeci – commenta il segretario dem Barbagallo – comunque, mi pare di capire che si tratti del solito teatrino del centrodestra, fatto di ripicche. Tanto alla fine scatterà il richiamo della foresta, troveranno una intesa. Sono troppe le cose da spartirsi, una soluzione si troverà per loro”.
Intanto, il Pd regionale deve anche lavorare sulle liste in vista delle prossime Politiche che si terranno il 25 settembre. Non si sa ancora se ci sarà un election day con la Sicilia. “Da un lato stiamo lavorando alla costruzione di un percorso con la regia del segretario nazionale – dice – ovviamente inizieremo una riflessione del gruppo dirigente per la costruzione di candidature riconducibili al territorio, che diano il senso di una Sicilia diversa rispetto alle logiche di potere di Musumeci”. I criteri adottati per le candidature “non saranno soltanto quelle del rinnovamento – spiega ancora il segretario dem – ma ci sono anche i criteri del radicamento sul territorio, e che chi ha lavorato bene venga confermato”.
“I criteri sono più di uno. Esasperare un solo criterio non produrrebbe buoni risultati. È chiaro che va fatta una composizione di tutti i criteri. Ovviamente non si potrà fare in un momento solo, perché gli uninominali andranno condivisi con tutta la coalizione. Il proporzionale andrà definita al meglio la rappresentanza sul territorio. È uno sforzo complesso che stiamo facendo”.
Barbagallo conferma, infine, che salta la prevista Festa nazionale del Pd a Palermo a settembre. “Anziché la Festa nazionale si farà una festa regionale, che si terrà solo per tre giorni. Si faranno degli eventi a Palermo e ad Acireale, saranno due momenti di rilievo, uno in Sicilia orientale e l’altro in Sicilia occidentale”.
Fonte: Adnkronos, articolo di Elvira Terranova