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Ombre sulle elezioni a Palermo, “voto di scambio”: arrestato candidato di Fratelli d’Italia

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La polizia ha arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso il candidato al Consiglio comunale di Palermo di Fratelli d’Italia, Francesco Lombardo, e quello che è ritenuto il mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, condannato per tre volte per associazione mafiosa. Rumore di manette per la seconda volta in due giorni nel capoluogo. Il primo a finire sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori è stato Pietro Polizzi, di Forza Italia, pure lui accusato di “scambio elettorale politico-mafioso”. L’uomo, dipendente di Riscossione Sicilia ed ex consigliere provinciale, secondo la Procura, sarebbe sceso a patti con i boss dell’Uditore.

Francesco Lombardo

Stessa accusa formulata per Vincenzo Lombardo che secondo gli uomini della polizia di stato, il 28 maggio scorso, avrebbe avuto un incontro con Vella, e in quell’occasione gli avrebbe chiesto sostegno per le Amministrative di domenica 12 giugno. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Barbagallo
Anthony Barbagallo

LE REAZIONI.E ora Roberto Lagalla fermi la sua folle macchina”, a dirlo il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo. “Il secondo arresto per 416-ter a Palermo nel giro di 48 ore, l’ultimo giunto a poche ore dal silenzio elettorale prima del voto di domenica, è un fatto di una gravità inaudita senza precedenti nella storia. Che il clima elettorale fosse pesante lo abbiamo detto in tempi non sospetti. La questione etica e morale viene continuamente calpestata a fronte della folle corsa al voto da parte del centrodestra. Ora però è il momento di prendere atto della realtà e di fare non uno ma 100 passi indietro. Lagalla chieda scusa ai palermitani, all’intera nazione e si ritiri in buon ordine. Lo faccia per il bene e per l’immagine di Palermo. Anche i leader nazionali e regionali del Centrodestra mettano un punto a questa corsa disastrosa”.

Claudio Fava. “Evidentemente – dice il deputato regionale – il centrodestra a Palermo pensa che i voti non abbiano odore e che quelli della mafia magari valgano doppio. Ha fatto bene Lagalla a non andare al ricordo di Giovanni Falcone: Palermo non lo merita come sindaco”.

Giusto Catania.Se Lagalla accetta il sostegno elettorale di due condannati per mafia, quali Cuffaro e Dell’Utri – dice l’assessore alla Mobilità del Comune di Palermo – è ovvio che vi siano candidati in Consiglio Comunale della sua coalizione che considerino naturale chiedere i voti ai boss mafiosi. È questo quello che sta avvenendo in questa campagna elettorale: siamo davanti ad uno smottamento morale, un indebolimento degli anticorpi politici contro la mafia. Due arresti in tre giorni per voto di scambio sono il segno di una degenerazione della coalizione che sostiene Lagalla il quale ha, ormai, le ultime ore per dire che non accetta i voti organizzati dai condannati per mafia e dai boss mafiosi.”

Mariella Maggio. “Due candidati della destra al Consiglio comunale arrestati nel giro di quarantotto ore – dice la segretaria provinciale di ArticoloUNO – per aver cercato i voti della mafia è un record senza precedenti e ora Roberto Lagalla non ha più scuse. È inutile che continui a dire che la sua porta resterà chiusa per i mafiosi. Deve arrendersi all’idea che li ha già in casa, riconosca che non può garantire la difesa della legalità dall’assalto mafioso e si assuma la responsabilità politica di tutto quello che sta accadendo”.

+++ In aggiornamento +++

 

 


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