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Haftar libera una nave turca ma non i pescatori mazaresi. Il governo sta a guardare?

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Il governo libico ha liberato una nave turca, la “Mabouka”, che era stata sequestrata il 5 dicembre scorso con l’equipaggio formato da sette uomini ma dei pescatori mazaresi, in ostaggio dall’1 settembre, neppure l’ombra del rilascio.

Una notizia che destato sconcerto tra le famiglie dei marittimi che attendono ormai da mesi il ritorno dei loro familiari. Nei giorni scorsi si è pronunciato perfino il vescovo di Mazara che ha inviato un messaggio allo Stato: “Ora basta, usate i corpi speciali, è un’ingiustizia”.

L’annuncio della liberazione della “Mabouka” è stato dato dal portavoce militare del generale Haftar, Ahmed al Mismari, che ha motivato la decisione spiegando che la nave ha pagato una multa per aver violato le acque libiche.

“Apprendiamo con stupore che è stata liberata la nave cargo turca mentre i nostri pescherecci con 18 marinai a bordo è ancora bloccata in Libia dal primo settembre scorso”, dice Tommaso Macaddino, della Uila pesca.

Siamo indignati perché i nostri congiunti – dice Cristina Amabilino, moglie di uno dei pescatori sequestrati – subiscono un trattamento diverso da quello riservato ai turchi. Il ministro degli Esteri ci deve riportare i nostri cari a casa, siamo indignati e disposti ad inscenare proteste estreme“.

 


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