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Morto Richard Benson, il musicista aveva 67 anni. Verdone: “Metti il distorsore in cielo”

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Addio a Richard Benson, il musicista è morto a 67 anni. A darne notizia, la pagina ufficiale su Facebook. “Carissimi amici ed amiche – si legge – dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta. Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: ‘Se muoio, muoio felice’”, recita il testo.

Oltre 1.700 i commenti dei fan alla notizia, accorsi sotto al post per ricordare l’artista. “La morte ha cercato di colpirti 11 volte, questa gliel’hai data vinta per non farla offendere…Falli spaventare tutti lassù Richard. R.I.P”, “Provo grande dispiacere. Era un personaggio divertente, trash ma anche un grande esperto di musica. Ci mancherai, Richard”, “La fine della Storia. L’inizio del Mito. Grazie Maestro, per tutto. Grazie per la rabbia, per le urla, per le risate, per gli sfoghi, per le critiche, per la rivalsa, per il coraggio. Racconteremo per sempre di Richard Benson”, alcuni dei commenti.

A ricordare il musicista, anche Carlo Verdone che su Facebook ricorda con affetto il chitarrista scelto come protagonista di un ruolo, diventato poi cult, nel film del regista romano “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”. “Mi hanno comunicato in questo momento che Richard Benson, chitarrista, conduttore televisivo e radiofonico, e con me attore (Maledetto il Giorno che ti ho Incontrato) ci ha lasciato oggi – scrive Verdone -. Rimasi folgorato quando lo vidi parlare di grandi chitarristi e gruppi a me sconosciuti in una emittente televisiva romana, ‘TVA 40′. Era stravagante, un po’ folle ma decisamente un personaggio da tenere presente per un film. E così gli offrii il ruolo di un conduttore adrenalinico in un programma dal titolo “Jukebox all’Idrogeno” in Maledetto il Giorno…”.

“Fu fantastico. Professionale e meticoloso. La bellezza di quegli anni in televisioni minori – aggiunge il regista – era trovare personaggi eccessivi, strani, folli. Veniva fuori una Roma a noi sconosciuta dove si inventavano modi di dire, si creavano incredibili look, si sdoganava il proibito. Era sempre la periferia ad inventare. Perché la borghesia non ha mai inventato nulla. Massimo Marino, Alberto Marozzi, I Falchi della Notte erano il simbolo di una Roma moderna, futurista e trasgressiva. Metti il distorsore in cielo, Richard”, l’addio di Verdone.

 

 


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