Maxi confisca di beni per circa 1,2 milioni di euro oggi a Palermo nei confronti di Salvatore Bisconti, 66 anni di Belmonte Mezzagno, e Giacinto Di Salvo, 78 anni. Entrambi sono ritenuti elementi di spicco dei due mandamenti mafiosi. Le indagini, sono state effettuate dai carabinieri del Comando provinciale di Palermoche, tra aprile e maggio 2018, avevano portato alla confisca di beni per un valore complessivo di 720mila euro, a Bisconti, e di circa 500mila a di Di Salvo.
“Con i provvedimenti – spiegano dal Comandi provinciale dei carabinieri di Palermo – è stata dichiarata l’irrevocabilità delle confische e l’ingente patrimonio, riconducibile a ‘Cosa Nostra, è entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato”. Salvatore Bisconti, imprenditore, era finito in manette nell’operazione “Perseo” con l’accusa di aver fatto parte del mandamento di Belmonte Mezzagno. Secondo gli investigatori, avrebbe infatti partecipato ad almeno due episodi di estorsione riportando una condanna a 8 anni e 8 mesi di reclusione.
Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato l’intero capitale sociale con relativo complesso di beni aziendali della società “Costruzioni Bisconti sas di Santangelo Giovanni & C” con sede a Belmonte Mezzagno. Poi quattro appezzamenti di terreno nello stesso comune. Ancora, un terreno e due magazzini ad Altofonte, 5 rapporti bancari.
Giacinto Di Salvo, invece, è stato accusato di essere reggente del mandamento di Bagheria. Attualmente detenuto, è stato arrestato nel corso dell’operazione “Argo” con l’accusa di aver diretto il mandamento e la famiglia mafiosa di Bagheria “coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati e capi famiglia – aggiungono dall’Arma – in particolare nel settore delle estorsioni alle imprese e agli esercizi commerciali della zona”. Gli sono stati quindi confiscati quattro appezzamenti di terreno a Misilmeri, un appartamento a Bagheria, due autoveicoli, un motoveicolo e 13 rapporti bancari.
