I dodici diplomatici russi alle Nazioni Unite che dovranno lasciare gli Stati Uniti entro il 7 marzo sono stati espulsi perché “agenti dell’intelligence” di Mosca e a causa quindi del loro presunto impegno in “attività non conformi alle loro responsabilità e obblighi di diplomatici”. Lo ha detto l’ambasciatore Richard Mills, vice rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
In un comunicato, la Missione americana presso le Nazioni Unite si è spinta poi ad affermare che i 12 diplomatici russi erano “agenti dell’intelligence che hanno abusato dei loro privilegi di residenza negli Stati Uniti impegnandosi in attività di spionaggio avverse alla nostra sicurezza nazionale. Ce ne stavamo occupando da diversi mesi”, precisa in una nota della portavoce della missione diplomatica Usa Olivia Dalton.
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