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VIDEO| Calci in testa mentre era per terra inerme, massacrato di notte a Palermo: 3 arresti

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Calci, pugni e botte con una bottiglia di vetro mentre era riverso per terra. Un pestaggio brutale nella notte del 3 febbraio, a Palermo, dove sono stati arrestati tre giovani di 22, 25 e 30 anni che ora si trovano ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Si tratterebbe di un raid punitivo scattato in piazza Verdi, nel centro cittadino. La vittima era stata trasportata in ospedale riportando 12 giorni di prognosi. A scongiurare il peggio, l’intervento dei carabinieri che ha consentito l’arresto in flagranza di reato di uno degli aggressori. Gli altri si sono dati alla fuga ma le indagini hanno permesso di risalire anche a loro.

Lo hanno massacrato in piena notte in una strada poco bazzicata perché, secondo le ricostruzioni, dovevano punirlo di una precedente aggressione ai danni di un loro amico avvenuto alla Vucciria. Una “bestiale violenza” che si è abbattuta nei confronti di uno sconosciuto che “si trovava da solo e sostanzialmente inerme” scrive il gip di Palermo, Clelia Maltese, nell’ordinanza, eseguita dai carabinieri. Per Fabio Mancuso di 29 anni, Marco Lo Bianco di 24 anni e Luixhi Halili di 21 anni, sono scattati gli arresti domiciliari e l’applicazione del braccialetto elettronico. Sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dalla crudeltà. Il primo è stato arrestato in flagranza di reato.

Fondamentale si è rivelata una foto ritrovata nel suo cellulare che era stata scattata poche ore prima del massacro in cui Mancuso era ritratto insieme agli altri due presunti complici. A incastrarli anche le immagini di videosorveglianza della zona che hanno ripreso l’aggressione. In tre, dopo averla seguita, hanno accerchiato la vittima e poi hanno iniziato a prenderla a calci e pugni, perfino in testa, anche mentre era a terra inerme. “La visione delle immagini – scrive il gip nell’ordinanza di convalida dell’arresto di Mancuso – documenta che l’odierno indagato non arrestava la sua ferocia nei confronti della vittima, colpendola con altri tre calci alla testa” anche quando all’arrivo delle forze dell’ordine “i suoi due complici si davano prontamente alla fuga”.

Secondo il gip, il 29enne non avrebbe mostrato “alcun pentimento, anzi affermando e ribadendo la bontà, se non doverosità, della sua condotta ha raccontato di aver seguito la vittima, insieme ad altri due soggetti di cui non ha voluto rivelare l’identità, poiché questo a suo dire si era reso colpevole di aver aggredito un suo amico e di essersi impossessato dell’orologio dell’indagato”. Il giudice descrive Mancuso con “un’indole violenta, aggressiva e, soprattutto, impetuosa”.

 

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