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Arrestato nella tarda serata di ieri ad Agrigento un 39enne di nazionalità egiziana “gravemente indiziato di essere lo ‘scafista’ che ha guidato il 25 gennaio scorso l’imbarcazione con 287 cittadini extracomunitari nelle acque di Lampedusa, provocando la morte per ipotermia di ben 7 cittadini bengalesi”. A eseguire il fermo, disposto dai pm Andreoli e Vetro, la Squadra Mobile di Agrigento. L’indagato, la cui posizione verrà sottoposta al vaglio del competente gip di Agrigento, dovrà rispondere di favoreggiamento della immigrazione clandestina e di omicidio colposo plurimo.
Il procuratore Luigi Patronaggio, che ha coordinato le indagini, rivela che l’indagato “era già stato indagato per favoreggiamento della immigrazione clandestina” e che il “carico umano” da lui condotto era composto da cittadini di varie etnie con prevalenza di cittadini bengalesi. Sette di loro, costretti a viaggiare in condizioni disumane, sono morti per ipotermia nonostante il tempestivo intervento di soccorso di una unità navale della guardia di finanza.
Il “carico umano” , secondo le prime ricostruzioni, era partito dalle coste libiche ed era stato affidato a professionisti egiziani. “Non è la prima volta che i trafficanti di essere umani libici affidano i migranti a cittadini tunisini o egiziani per affrontare la traversata del Canale di Sicilia, ultimo segmento del lungo itinerario della tratta che si diparte dall’Africa subsahariana, dal Centro Africa, dal Corno d’Africa e dall’Oriente Indiano”, dice Patronaggio.