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Strage di Ravanusa, esplosione dovuta a una bolla di metano: nessun avviso di garanzia

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Allo stato attuale non ci sono avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Ravanusa dell’11 dicembre costata la vita a nove persone. Dai primi elementi prenderebbe sempre più corpo l’ipotesi che sia stata una bolla di metano ad aver causato l’esplosione che ha polverizzato le cinque palazzine di via Trilussa. In una piazza gremita dalla folla, ieri pomeriggio a Ravanusa, è stato celebrato il funerale delle vittime. L’inchiesta al momento è a carico di ignoti. A renderlo noto, il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: si indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo.


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“Gli unici avvisi sono stati notificati alle parti offese in relazione agli atti irripetibili effettuati”, spiega Patronaggio.”È possibile affermare che l’esplosione sia stata prodotta da una ‘bolla’ o ‘camera’ di metano innescata da una casuale scintilla”. L’inchiesta è complessa e per questo motivo è stato creato un pool di magistrati ad hoc per coordinare i numerosi tecnici incaricati di affiancare gli inquirenti. “Inoltre – prosegue Patronaggiosono stati incaricati tre medici legali per effettuare l’esame autoptico sui corpi delle vittime per conoscere le cause del decesso e la presenza di tracce di gas nei polmoni e nel cervello dei deceduti”.

La Procura potrebbe pure nominare un consulente geologo e un esperto in materiali esplosivi. “Abbiamo acquisito filmati di video camere di sorveglianza, mappe di rete e geologiche dei luoghi. Il territorio di Ravanusa, infatti, è classificato a rischio geologico medio-alto. Si sta cercando di ricostruire la dinamica della deflagrazione e del propagarsi dell’onda d’urto”. Sulle cause che invece hanno generato la bolla di metano, e il punto in cui si è creata, ci sono ancora molti dubbi che si potranno sciogliere soltanto dopo le indagini tecniche”.

 

 

 

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