Sono 31 gli arrestati di oggi nel corso dell’imponente blitz antidroga dei carabinieri della Compagnia San Lorenzo, a Ballarò, quartiere del centro storico di Palermo. Gli investigatori hanno condotto un’inchiesta per oltre un anno, a partire dal 2019, documentando numerose cessioni di droga e ricostruendo le dinamiche di una organizzazione costituita da tre presunti gruppi criminali in grado di rifornire una vasta zona della città: da Partanna Mondello al Cep e fino a Borgo Nuovo senza tralasciare una buona fetta di mercato delle vie del centro. Si sono aperte le porte del carcere per Giuseppe Di Francesco, 33 anni, Marco Di Francesco, 21 anni, Giuseppe Gravanti, 33 anni, Salvatore Occhipinti, 21 anni, Antonino, Pietro e Walter Pitasi di 26, 35 e 21 anni, e Salvatore Spataro, 42 anni.
Mentre ai domiciliari sono finiti Marco, Vincenzo e Salvatore Bisiccè di 32, 36 e 32 anni, Enrico Bologna, 29 anni, Pietro Castrofilippo, 28 anni, Rosa Colombo, 54 anni, Angelo Costa, 28 anni, Antonino D’Amico, 32 anni, Angelo Di Francesco, 53 anni, Gioacchino Di Maggio, 39 anni, Francesco Duecento, 20 anni, Salvatore Giappone, 42 anni, Giovanni Giotti, 30 anni, Giuseppina Magnasco, 32 anni, Salvatore Magnasco, 56 anni, Alessandro Randazzo, 33 anni, Maurizio Randazzo, 44 anni, Andrea Tomaselli, 62 anni, Emanuele Tomaselli, 30 anni, Salvatore Tomaselli, 36 anni, Marong Yancuba, alias Manos Yancuba, 24 anni, Fabrizio Davì, 30 anni e Monica Noto, 42 anni.
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L’indagine, condotta dai militari della Compagnia di Palermo San Lorenzo tra il 2019 e il 2020, avrebbe consentito di acquisire un quadro indiziario che è stato accolto nel provvedimento cautelare, in cui si contesta l’esistenza di tre associazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero rifornite nel quartiere Ballarò per poi smerciare le sostanze stupefacenti principalmente nelle zone di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex C.E.P.), con ramificazioni anche nei quartieri più centrali della città.
Secondo l’accusa, si tratterebbe di un piccolo esercito in grado di movimentare grandi quantitativi di droga, soprattutto hashish. Centrale dello smercio sarebbe stata una macelleria nel cuore del mercato rionale. Il gruppo avrebbe avuto a disposizione magazzini, appartamenti e strutture varie presso cui appoggiarsi per la lavorazione, lo stoccaggio e la conservazione della droga. Gli uomini dell’Arma hanno utilizzato telecamere nascoste nei punti chiave documentando cessioni di droga in casa, nei negozi e per strada. In un caso anche davanti a un minorenne: protagonista una cliente andata a ritirare lo stupefacente. Dopo aver bussato alla porta del presunto pusher, questo avrebbe aperto fornendo la sostanza in cambio del denaro davanti a un bambino.
Dalle ricostruzioni sarebbe emerso pure come i pusher provenienti dalle altre province della Sicilia avessero come punto di riferimento l’organizzazione che è stata smantellata dai carabinieri. A destare stupore, anche il fatto che i macchinari usati nella macelleria centrale dello spaccio, sarebbero stati utilizzati pure per la lavorazione della droga. Il giro d’affari aveva un volume di circa 500.000 euro su base annua. Durante le attività di indagine sono state arrestate e segnalate alla prefettura 13. Inoltre sono stati sequestrati circa 12 chili di droga.