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Giallo di Caronia, il marito: “Viviana non ha ucciso nostro figlio”

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Daniele Mondello, il marito di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni morta un anno fa nei boschi di Caronia (Messina) con il figlio Giole di 4 anni farà opposizione alla richiesta di archiviazione depositata a luglio dal Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo. “Al momento stiamo studiando le carte – dice l’avvocato Pietro Venuti, legale del marito – ma è certo che faremo opposizione”. La famiglia di Viviana contesta la tesi della Procura secondo cui Viviana Parisi, dopo un incidente in galleria, sull’Autostrada Messina-Palermo, sarebbe prima scappata nel bosco e poi avrebbe ucciso il figlio Giole prima di suicidarsi lanciandosi da un traliccio.

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“Il fascicolo è composto da migliaia di pagine – spiega il legale – e non le abbiamo ancora lette tutte. Ci sono tante stranezze in questa vicenda che vengono riportate anche dai consulenti del pm. Ad esempio, il luogo in cui è stato trovato il corpo della signora Viviana è una zona boschiva abbastanza silenziosa. Perché sono stati fatti sopralluoghi, sia di giorno che di notte, ed era possibile udire il rumore di persone e animali che stavano a distanza anche di 100 metri. Siccome in quel contesto c’erano operai di sugheri che stavano lavorando, hanno udito qualcosa? Se avesse compiuto un gesto estremo si sarebbero sentite delle grida. Invece non è stato sentito nulla”. 

E ricorda la perizia psicologica, chiamata “autopsia psicologica” fatta sulla donna, che aveva problemi psichiatrici. “Il consulente Massimo Picozzi – dice – si basa su quattro dichiarazioni e non tiene conto di un dato: che prima dell’incidente, la signora si era fermata a Sant’Agata per chiedere informazioni per acquistare delle scarpe al bambino. E la testimone ha detto di non avere riscontrato nessuna problematicità nella signora Viviana. Una donna che vuole uccidere il figlio e poi suicidarsi si ferma per chiedere il prezzo di un paio di scarpe?”. 

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“Una situazione di disagio c’era ma riteniamo che questa condizione di disagio non poteva, nella maniera più assoluta condurla a un gesto estremo”, dice. E poi ricorda che “per quanto riguarda la morte del bambino la Procura non è in grado di accertare la causa di morte di Gioele. Fanno ipotesi, in termini di possibilità astratta. Dicono che può essere stato ucciso o che ha avuto un malore”. 

 

 


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