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Fotovoltaico, false fatture per intascare fondi Ue: 3 indagati a Messina |VIDEO

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Frode ai danni del bilancio dell’Unione Europea e della Regione Siciliana, secondo la guardia di finanza di Messina che ha eseguito una misura cautelare personale e sequestrato 180 mila euro e un impianto fotovoltaico, del valore oltre 230 mila euro. Le fiamme gialle della Tenenza di Patti, avrebbero scoperto, infatti, “un’articolata frode internazionale, finalizzata ad intercettare contributi pubblici, comunitari e regionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007/2013, in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel territorio di Montalbano Elicona”, in provincia di Messina.

Coinvolti un imprenditore e un ingegnere, messinesi, e una imprenditrice catanese, quest’ultima residente a Enna. I tre sono indagati a vario titolo per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio. Secondo gli investigatori, l’ingegnere messinese, L.F.S., 44 anni, gestiva di fatto una società maltese “esistente solo cartolarmente, in quanto del tutto priva di personale dipendente e di una reale struttura operativa”. Tale schermo giuridico estero “era utilizzato per consentire ad un imprenditore messinese, A.A. 39enne, operante nella coltivazione di frutti oleosi, non solo l’evasione delle imposte, ma soprattutto di beneficiare di un contributo AGEA per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Secondo le ricostruzioni, sarebbero state emesse fatture fittizie per oltre 130mila euro per l’acquisto di materiali e prestazioni d’opera. Stesso comportamento, secono quanto emergerebbe dalle indagini, sarebbe da attribuire all’imprenditrice e catanese, C.M, “la quale, con le medesime finalità, emetteva nei confronti dell’A.A. fatture in tutto o in parte false per oltre 70 mila euro, per la compravendita di due mezzi agricoli”. In altri termini, sempre secondo la guardia di finanza peloritana, la fittizia documentazione così prodotta veniva annotata nel computo metrico allegato alla domanda per l’ottenimento del pagamento del contributo, “presentata dall’A.A. all’assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia, inducendo pertanto in errore i relativi funzionari e così ottenendo l’ingiusto profitto, peraltro corrisposto, di circa 180 mila euro sui 237 mila euro di spesa ammessa”.

Il giudice del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha ritenuto le “articolate consecuzioni di una serie di false fatturazioni inerenti un rapporto tra soggetti fittizi riconducibili ad un unico centro decisionale, anche per mezzo di società di Malta. Un chiaro indice di pericolo di reiterazione delittuosa da parte dell’ingegnere messinese – affermano gli investigatori – cui veniva conseguentemente applicata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere e l’attività imprenditoriale, per un periodo di 12 mesi”.

Con il medesimo provvedimento, è stato disposto anche il sequestro finalizzato alla confisca dei circa 180 mila euro “indebitamente” ottenuti. Sequestrato pure l’impianto fotovoltaico con annesso biotrituratore, del valore di stima pari ad oltre 230 mila euro.

 

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