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Crac gruppo Moncada, sequestro da oltre sei milioni di euro ad Agrigento

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La Guardia di finanza di Agrigento ha dato esecuzione al sequestro della somma di 6.464.129,32 euro nei confronti delle società M Rinnovabili srl e Moncada Energy Group srl, entrambe riconducibili all’imprenditore agrigentino Salvatore Moncada, 58 anni. Il provvedimento cautelare è stato richiesto dalla Procura nell’ambito di un procedimento penale, che vede indagati per l’ipotesi di bancarotta preferenziale in concorso oltre a Moncada anche Calogero Volpe, 59 anni, rispettivamente amministratore e procuratore speciale della società Moncada Solar Equipment srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Agrigento il 14 gennaio 2016.

Le indagini sono state avviate nel 2019 a seguito di una segnalazione della Banca d’Italia, che, nel corso di un’attività ispettiva in un istituto di credito, aveva rilevato delle anomale movimentazioni di denaro, che non erano state segnalate come sospette dall’istituto ispezionato, sui conti di società del gruppo Moncada, attivo da anni nel settore delle energie da fonte rinnovabile.

Le verifiche, affidate a un consulente tecnico e ai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Agrigento, avrebbero accertato che la Moncada Solar Equipment srl, “le cui vicende societarie e gestionali si inseriscono in un contesto unitario di società riconducibili a Salvatore Moncada – spiegano le Fiamme gialle – prima dell’avvio della procedura fallimentare, per favorire alcune società del gruppo, con conseguente danno degli altri creditori, aveva effettuato pagamenti ‘preferenziali’, sotto forma di compensazione di crediti, per l’importo di 6.344.129 euro, nei confronti della propria controllante M Rinnovabili srl (già M & A Rinnovabili srl ) e per ulteriori euro 120.000 in favore della capogruppo Moncada Energy Group srl”.

Il sequestro preventivo delle somme di denaro ritenute profitto del reato di bancarotta preferenziale è stato disposto dal gip per impedire che Moncada e Volpe che “continuano, secondo le indagini, ad assumere decisioni, in modo esclusivo, inerenti la gestione del gruppo, possano operare altre compensazioni illecite, che potrebbero condurre alla realizzazione di ulteriori condotte di bancarotta, con pericolo di sottrazione del profitto del reato contestato e conseguente dispersione della possibilità di disporne l’ablazione in via definitiva”. 

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