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Covid e variante Delta, spettro zona gialla in Sicilia: esperti divisi

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Preoccupa la variante Delta e l’aumento dei contagi, al punto che si parla di nuovo di zona gialla. Negli ultimi giorni, sebbene più contenuti rispetto ai mesi scorsi, i contagi in Sicilia sono tornati a crescere. Il report dell’Ufficio statistica del Comune di Palermo, ha rivelato un trend in peggioramento: si è registrato il 36% di casi in più rispetto alla settimana precedente. Così l’Isola, insieme a Marche, Abbruzzo e Campania, potrebbe rischiare di nuovo l’ingresso in zona gialla. Se dal governo danno un colpo al cerchio e uno alla botte, gli esperti sono più netti nelle considerazioni e per questo divisi.

Covid, salgono i contagi in Sicilia: il 36% in più della settimana precedente

Da parte del governo per ora il messaggio è chiaro. “Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune Regioni in zona gialla. Ad oggi non c’è questo rischio ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane”, ha affermato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di ’24 Mattina’ su Radio24. “Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni”, ha aggiunto.

“A oggi dati dicono che l’Italia rimane bianca”, ha detto anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite ‘Newsroom Italia’ su RaiNews24. “Oggi dobbiamo osservare non tanto i contagi, ma i ricoveri in ospedale. L’augurio e l’auspicio è che l’Italia rimanga in bianco, ma occorre valutare i dati quotidianamente e settimanalmente”, ha sottolineato.  “Alcune restrizioni potranno essere anche previste purtroppo, è orribile ma potrebbe essere necessario”, ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, sull’ipotesi di un ritorno di alcune regioni in zona gialla.

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Per il momento, precisa, “i tamponi per me sono l’elemento fondamentale perché più tamponi facciamo più positivi troviamo, più li controlliamo e meno contagiano”. Ad oggi “abbiamo bloccato e ridotto il fronte dell’incendio, ma abbiamo tanti fuocherelli che se non monitoriamo ci scappano”. 

Matteo Bassetti.Se non siamo in grado di far applicare il Green pass – afferma il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – di cosa vogliamo parlare. La sensazione è che questo sia un Paese che quando c’è da chiudere le scuole, i bar, i ristoranti le discoteche sono tutti bravi. Quando c’è da costruire la convivenza con il Coronavirus, con alcune regole semplici come appunto il Green pass e il tracciamento, arranchiamo. Allora il ritorno della zona gialla è una stupidaggine, dobbiamo far rispettare le regole che ci sono. Prima di chiudere di nuovo bisogna essere seri con le persone e far rispettare le misure che ci sono. Basta poi terrorizzare le persone con la variante Delta – ammonisce – così non si va da nessuna parte. Cerchiamo di dare informazioni semplici e chiare, che le persone possano seguire”. 

Massimo Andreoni.Quelli che sono gli interventi da fare rimangono sempre gli stessi – dice il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma – se aumentano i casi si arriverà alle zone gialle, poi arancioni e rosse. Il sistema dei colori non è mai cambiato. Quello che dovrebbe emergere in maniera fortissima è che occorre raggiungere questa benedetta immunità di gregge. Se ci riusciamo possiamo anche pensare, al limite, di lasciare circolare il virus”.

 

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