La notizia, pubblicata anche da “Cronaca di Sicilia”, ha stupito i palermitani: in elicottero, le reliquie di Santa Rosalia, patrona dei palermitani, sorvolerà la città durante la 397° edizione religiosa del Festino della Santa. Se da un lato la decisione, annunciata dall’Arcivesco di Palermo Corrado Lorefice, è da accogliere in pieno, dall’altra irrompe e cancella una tradizione che per secoli ha fatto parte della vita dei cittadini. Non ci sarà il carro trionfale, né, probabilmente cerimonie di festa. Sarà tutto all’insegna dell’austerità imposta per evitare assembramenti e rischi di diffusine di contagi da Covid. Il carro verrà spostato da piazza del Parlamento ai Quattro Canti dove resterà fino al 15 luglio.
Santa Rosalia, alla quale vanno attribuiti tanti miracoli, dall’alto dei Cieli sarà rattristata per i “suoi” cittadini e certamente la sua mano pietosa si estenderà sulla città e probabilmente compilerà un altro miracolo, anche se le sue reliquie saranno a bordo di un elicottero: quello di sconfiggere il Covid che ancora rischia di travolgerci con nuovi contagi. È l’attesa dei palermitani, uniti nella preghiera a Santa Rosalia, nel ricordo di un altro clamoroso miracolo per sua intercessione avvenuto quando secoli scorsi Palermo era colpita dalla lebbra.
Le sue reliquie trovate in una grotta di Monte Pellegrino vennero trasportate in processione per le vie della città straziata da morti di lebbra e moribondi, per essere salvata dalla peste. Santa Rosalia era apparsa in sogno ai suoi ritrovatori ai quali aveva espresso la sua volontà di percorrere le vie e i quartieri di Palermo. Da Borgo Vecchio, Giuseppe Pitrè, medico, poeta, scrittore e narratore delle tradizioni siciliane, in carrozza era accorso al centro della città, negli ospedali dove i colpiti dalla lebbra attendevano le cure, per annunciare che Santa Rosalia si sarebbe recata presso tutti gli ammalati per confortarli e guarirli.
Un annuncio di speranza che dilagò in tutti gli ambienti i quali organizzarono la processione delle reliquie. Il miracolo, dicono le cronache del tempo, si compì immediatamente, i malati guarirono e i morti trovarono degna sepoltura. Da quel tempo, crebbe la grande cerimonia religiosa del Festino di Santa Rosalia, con il Carro definito poi “Trionfale”, con le processioni di Confraternite, Arcivescovi, sacerdoti, frati, e fuochi d’artificio alla Marina. Ora, è tempo di austerità e il Carro Trionfale è sostituito da un elicottero. Ma non mancheranno le luci: 65mila lampadine saranno accese da Porta Nuova al Foro Italico; ed è sempre Festa a Santa Rosalia, festa di popolo.
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