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Green pass europeo, si parte oggi: come richiederlo, le regole in Italia

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Green Pass europeo, si parte. Da oggi sarà attiva la certificazione verde Covid-19 dell’Ue che renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen. Ma come richiederlo e come funziona in Italia? Sarà possibile ottenerlo dopo la prima dose del vaccino o sarà necessaria anche la seconda dose? Ecco alcune risposte alle domande più frequenti.

Il Green Pass è una prova digitale attestante che una persona è stata vaccinata contro la patologia da Covid-19; ha ottenuto un risultato negativo al test; è guarita dalla patologia. Le autorità nazionali sono responsabili del rilascio del certificato. La versione digitale può essere salvata su un dispositivo mobile. I cittadini possono inoltre richiedere una versione cartacea. Entrambe le versioni disporranno di un codice QR contenente le informazioni essenziali e di una firma digitale per garantire l’autenticità del certificato. Gli Stati membri hanno concordato un modello comune che può essere utilizzato per le versioni sia elettroniche che cartacee al fine di facilitarne il riconoscimento.

Il certificato Covid digitale dell’Ue sarà accettato in tutti gli Stati membri, contribuirà a far sì che le restrizioni attualmente in vigore possano essere revocate in modo coordinato. In caso di viaggio, il titolare del certificato dovrebbe, in linea di principio, essere esonerato dalle restrizioni alla libera circolazione: gli Stati membri dovranno cioè astenersi dall’imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato Covid digitale dell’Ue, a meno che esse non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica. In tal caso, ad esempio in risposta a nuove varianti che destino preoccupazione, lo Stato membro in questione è tenuto ad informare la Commissione e tutti gli altri Stati membri e giustificare tale decisione.

Il certificato Covid digitale dell’Ue contiene un codice QR con una firma digitale per impedirne la falsificazione. Al momento del controllo del certificato, si procede alla scansione del codice e alla verifica della firma. Ogni organismo autorizzato a rilasciare i certificati (ad esempio un ospedale, un centro di test o un’autorità sanitaria) ha la propria chiave di firma digitale conservata in una banca dati protetta in ciascun Paese. La Commissione europea ha creato un gateway per garantire che le firme dei certificati possano essere verificate in tutta l’Ue. I dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway dato che ciò non è necessario per verificare la firma digitale. La Commissione europea ha inoltre aiutato gli Stati membri a sviluppare software e app nazionali per il rilascio, l’archiviazione e la verifica dei certificati e li ha sostenuti nelle prove necessarie per aderire al gateway.

Sì. Il green pass dell’Ue è inteso ad agevolare la libera circolazione all’interno dell’Ue. Non costituirà un prerequisito per la libera circolazione, che costituisce un diritto fondamentale nell’Ue. Il certificato Covid digitale dell’Ue fornirà anche prova dei risultati dei test, che spesso sono richiesti nell’ambito delle restrizioni sanitarie vigenti. Offre agli Stati membri l’opportunità di adeguare le restrizioni in vigore per motivi di salute pubblica.

I certificati di vaccinazione saranno rilasciati a una persona vaccinata con qualsiasi vaccino anti Covid-19. Per quanto riguarda la deroga alle restrizioni alla libera circolazione, gli Stati membri dovranno accettare i certificati di vaccinazione per i sieri che hanno ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Ue. Gli Stati membri potranno decidere di estendere questa possibilità anche ai viaggiatori dell’Ue che hanno ricevuto un altro vaccino.

Spetta agli Stati membri decidere se accettare un certificato di vaccinazione dopo una dose o dopo il completamento dell’intero ciclo di vaccinazione. In Italia si discute dell’ipotesi di una rimodulazione della certificazione dopo la prima dose di vaccino anti Covid a causa della variante delta, come anticipato nei giorni scorsi dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

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