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Parifica, Musumeci: “La Regione volta pagina, voglio incontrare Draghi”

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“I molteplici accordi conclusi con il Governo centrale, l’ultimo il 14 gennaio scorso al quale è conseguita l’adozione del Piano di rientro della Regione, hanno condotto ad adottare modalità specifiche di ripianamento dei disavanzi provenienti dalle precedenti gestioni, dimostrano che la Regione ha voltato pagina nella gestione degli equilibri di bilancio e recuperato credibilità finanziaria”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo nel corso dell’udienza della Corte dei Conti per la parificazione del rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2019.

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È di ieri la notizia che il Consiglio dei Ministri ha superato, sulla base delle puntuali argomentazioni del Governo regionale, i rilievi sulla manovra finanziaria 2021 ritenendo esente da censure la legge regionale di bilancio n. 10/2021. Il giudizio di parifica del rendiconto, al confine tra la funzione di controllo e quella giurisdizionale, collegato alla legge di approvazione del rendiconto si colloca tra l’attività di rendicontazione e la legge regionale che lo approva in ‘funzione di ausiliarietà’ “.

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“Abbiamo posto al governo nazionale, sin dal nostro insediamento nel 2018, la centralità della questione delle entrate. Il governo regionale non chiede prebende o regalini, lo abbiamo più volte ribadito anche al governo Draghi, ma le risorse per garantire l’espletamento delle funzioni statutariamente attribuite, i livelli essenziali delle prestazioni costituzionalmente riconosciuti. Obiettivi che con l’attuale gettito diventano assolutamente irraggiungibili. Ho chiesto al presidente Draghi un incontro per ridefinire urgentemente gli accordi finanziari, riconoscendo alla mia Regione quanto necessario a garantire i diritti di cittadinanza”.

Il presidente Musumeci ha affrontato poi il tema del finanziamento degli enti locali “che ci inquieta e che, se non affrontato con urgenza e determinazione, rischia di provocare la paralisi dei Comuni”. Ha evidenziato, inoltre,  le difficoltà connesse alle norme nazionali relative agli appalti pubblici che finiscono con il “frenare l’avvio di opere e cantieri, limitando lo sviluppo del territorio”. In conclusione, ha posto l’accento sulla necessità di restituire competenze agli enti intermedi, le ex province, con l’obiettivo di trasmettere presto all’Ars un disegno di legge che completi una riforma fatta in passato con troppa fretta. E ha ricordato come in Regione non si bandiscano concorsi dal 1991, annunciando che partirà a breve un piano di formazione per i dipendenti regionali con l’obiettivo di aggiornarne le competenze, soprattutto sul fronte della digitalizzazione.

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