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Finanziaria, Roma impugna 10 articoli: nuovo stop alla stabilizzazione degli Asu

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Il Consiglio dei Ministri ha impugnato ieri dieci norme contenute nella Finanziaria della Regione Siciliana approvata ad aprile dall’Ars. Nel mirino di Roma è finita la stabilizzazione dei 4.583 precari Asu (articolo 36), la norma che prevedeva l’assegnazione di una “retribuzione sostitutiva” per i dipendenti della Centrale Unica degli acquisti (articolo 5) e l’articolo 14 che riguardava il riconoscimento di un’anzianità aggiuntiva, retroattivamente, al personale dell’Agenzia per le acque. Impugnati anche gli articoli sui progetti di assistenza per gli studenti disabili e alcuni interventi in ambito sanitario. Saltano i centri regionali di diagnosi prenatale Nipt, i progetti per la cannabis terapeutica, la possibilità di prescrizione per i farmaci per l’endometriosi e per l’uso del Zolgensma sui bambini per la cura dell’atrofiamuscolare spinale.

Caustico il commento del deputato regionale, Carmelo Pullara: “A Roma non contiamo nulla anzi contiamo come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Altro che sud ed interesse per i siciliani. A fare le spese di questa impugnativa, sono proprio i lavoratori Asu che si vedono scippati per l’ennesima volta, in questi venti anni, dell’opportunità di venire stabilizzati. Questa ennesima bocciatura  del governo nazionale si abbatte sul nostro lavoro e sulle nostre battaglia ma in maggior modo sulla pelle di questi lavoratori vessati e presi in giro da anni con promesse su promesse mai realizzate”.

Precari Asu, passa la norma in Aula: ok dell’Ars alla stabilizzazione

“Cosa fanno gli assessori Scavone e Zambuto dopo le passerelle, spesso in compagnia di deputati del proprio partito, e la presa di meriti non propri? Non dovrebbero avere una corsia preferenziale nel dialogare con Roma visto che sono rappresentati al governo, uno con un ministro facente parte del proprio partito e l’altro con ministri di un partito federato?”.

Non meno tenero un altro deputato, Claudio Fava:Ci sono più di quattromila lavoratori, a cui il Governo regionale aveva assicurato la fuoriuscita dall’incubo della precarietà, e che
oggi si ritrovano senza certezze. Ci sono decine e decine di sindaci che pensavano di poter rendere più efficiente la macchina comunale con i processi di stabilizzazione del personale e che invece si ritrovano, anche loro, senza certezze. Ma per il governo Musumeci – conclude –  la manovra ha retto. Se non ci fossero di mezzo le vite di migliaia di siciliani verrebbe da dire che dalla tragedia siamo precipitati nella farsa”.

 

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