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FOTO E VIDEO | Cattedrale gremita per il funerale di Schillaci: l’ultimo gol in paradiso di Totò

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Il feretro di Totò Schillaci ha fatto il suo ingresso nella Cattedrale di Palermo questa mattina intorno alle 11,20. Gremiti il piazzale antistante e centinaia le persone rimaste fuori, dietro alle transenne. Numerose le autorità presenti, tra questi anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. Attesa per l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha poi pronunciato la sua omelia. In tanti hanno dato l’ultimo saluto all’eroe delle Notti Magiche. Alcuni in lacrime. “Ciao Totò, figlio di Palermo”, si legge su uno striscione della Curva nord. In chiesa erano circa mille le persone presenti, 800 posti a sedere e 200 in piedi nei transetti, la maggior parte delle persone è rimasta fuori. Le esequie sono state officiate da monsignor Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale. Al termine della celebrazione, la benedizione delle spoglie è stata impartita dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.


Totò Schillaci, lo scugnizzo del Cep che prese a calci il destino e diventò leggenda


“Totò – dice monsignor Sarullo – insieme a tanti altri eroi, conosciuti e non, rappresentano il volto onesto, pulito e sognatore di una terra che troppo spesso è associata a personaggi della malavita, ma Palermo non è solo malavita, c’è tanto bene, tanta gente onesta, e oggi, ancora una volta, possiamo sfatare questa etichetta grazie a te Totò, grazie al tuo coraggio, alla tua determinazione, alla tua voglia di farcela, al tuo tocco magico. Grazie perché da lassù continuerai a guardare alla tua Palermo e continuerai ad ispirare tanti giovani di oggi e di domani a seguire il tuo esempio per aderire alla via del bene, a seguire i sogni che possono diventare realtà, a vivere ancora notti magiche di amore e di bene, guardando a quella porta alla quale indirizzare il pallone e l’essenza della vita, facendo tesoro di quanto Totò ci ha trasmesso, per continuare a vivere, come da lui fatto, i valori dello sport e della maturità umana, attenendosi ai confini del campo della vita, oltre i quali nella vita non si può andare oltre”.

“Le regole del calcio, come di ogni altro sport – prosegue il prelato – ci insegnano a saper vincere e a saper perdere. Imparare questo e attuarlo nella vita è il miglior insegnamento di vita che oggi Totò vuole consegnare a tutti noi perché nella sua scuola calcio ha continuato ad educare attraverso lo sport. Ha certamente insegnato che la vera forza di uno sportivo, di una persona autentica e matura non è quella di sentirsi invincibili ma la capacità di rialzarsi”. Tra l’altro, la raccolta delle offerte fatta durante i funerali sara destinata al ripristino di un’area nel territorio parrocchiale dove sono presenti spazi per gioco, due campetti, un salone teatro e ambienti per attività di doposcuola e ludiche.

“Nel territorio è uno spazio prezioso dove intrattenere bambini, ragazzi e giovani ha detto Sarullo- . La finalità è sottrarli alla strada, visto che il territorio non offre nessuno spazio, per dare loro la possibilità di uno luogo sicuro dove studiare, giocare e crescere insieme. Ristrutturata l’area, uno dei due campetti sarà intitolato a Totò Schillaci” che “rappresenta la favola, ha realizzato nella sua vita la favola, senza mai cambiare pelle, rimanendo sempre lo stesso, con l’animo gentile, generoso ed umile di sempre, col cuore grande e la testa sulle spalle di sempre. Ma come l’ha realizzata? Da persona seria e perbene. Non certo rimanendo a guardare o ad aspettare inerme ma guadagnandosela col sudore, il sacrificio, l’impegno, la dedizione, a testa bassa, come fanno i grandi eroi, senza mai chiedere o pensare che sia dovuto”.

“Totò è il volto bello di Palermo, di Palermo che non molla. Totò per noi palermitani e noi siciliani è un simbolo, come lo sono stati altri uomini nella storia in altri ambiti, perché è riuscito con le sue sole forze a mostrare il volto vero, impregnato di valori, della nostra Sicilia, della nostra bella Palermo. Un figlio di questa terra che non ha mai tradito le sue origini, non si è mai vergognato dei lavori svolti sempre con dignità, anzi ne ha sempre parlato come passaggi fondamentali della sua vita che gli hanno permesso di costruirsi una corazza e pertanto lo hanno reso forte e invincibile”.

“Ha fatto conoscere al mondo, con la semplicità del suo essere – ha aggiunto -, il cammino fatto di sacrifici che lo ha reso la persona che era, il calciatore popolare tanto amato e da tutti unanimemente considerato il nostro Maradona dal piede d’oro. In questi giorni – ha ricordato il parroco – tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo; è stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio”.

Lorefice. “Totò Schillaci – ha detto l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, prima impartire la benedizione al feretro di Totò Schillaci al termine dei funerali – è rimasto uno di noi, semplice, umile. Per tutta la sua esistenza terrena ha fatto memoria delle sue origini e ha pensato alla sua vita come un dono per liberare i nostri giovani da chi ancora oggi li vuole schiavi. È stato in mezzo ai ragazzi e io lo voglio ringraziare per questa sua grande opera: stare nella strada con i giovani, un corpo donato perché loro potessero avere una vita libera. Anche Totò Schillaci come don Puglisi ci dice che se ognuno fa qualcosa questa città la possiamo cambiare. La dobbiamo cambiare”, ha concluso. Parole a cui è seguito un lungo applauso.

 

 

 

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