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Gela, incendiato bene confiscato alla mafia. Barbagallo: “Episodio grave, più controlli”

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“C’è sicuramente grande attenzione sulla vicenda dei beni confiscati alla mafia, una grande conquista ottenuta con la legge Rognoni-La Torre. Ma occorre innalzare ulteriormente il livello di controlli e riscontri per assicurarsi che questi beni vengano restituiti alla società civile. Per questo deve destare allarme ciò che è successo a Gela, dove una villa confiscata alla criminalità organizzata ed in procinto di essere affidata ad una Onlus è stata incendiata dopo che l’esponente a cui era stata sottratta ne era tornato in possesso violando i sigilli”.

Anthony Barbagallo
Anthony Barbagallo

Lo dichiara il segretario della commissione nazionale antimafia, Anthony Barbagallo, incontrando gli studenti del liceo scientifico Vittorini a Gela, dove si è recato proprio per rafforzare l’impegno delle istituzioni dopo che questa notta una villa confiscata alla “stidda” gelese, in procinto di essere affidata con bando pubblico ad una onlus, è stata data alle fiamme.

“Agli studenti e alle studentesse ho tenuto a ricordare che la mafia non è sconfitta e che un grande lavoro rispetto al contrasto alla criminalità mafiosa è stato fatto grazie anche all’immenso lavoro di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Pio La Torre, solo per citarne alcuni. Grazie al lavoro e al loro sacrificio sappiamo che seguendo i flussi di denaro e sottraendo i proventi illeciti si toglie ossigeno alla criminalità organizzata. Non bisogna recedere. E, anzi, è necessario – conclude – contribuire ad aumentare il concetto di un modello di società diverso, lontano dalla logica della pervasività della mafia”

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