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Caso Ferragni, big influencer al tramonto? L’analisi

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Caso Ferragni? I big influencer del web potrebbero essere prossimi al tramonto ed il 2024 sembrerebbe l’anno di “crescita” dei cosiddetti nano e micro-influencer perché molti esperti stanno rivedendo i ruoli e indicando che creator più piccoli possano offrire spesso una fanbase più autentica e coinvolta. Ad indicare il cambio di passo è anche Andrea Scotti, Country Manager di Skeepers Italia, che in un’analisi sottolinea come “dall’ultimo caso Balocco-Ferragni è emerso ancora più chiaramente il forte potere mediatico che big influencer e celebrities possiedono e che, se non supportato da una comunicazione corretta e trasparente, può incidere profondamente sulla percezione che gli utenti hanno di un brand, online così come offline”.  

Scotti evidenzia che “nonostante Agcom abbia recentemente introdotto nuove linee guida per regolamentare i profili con oltre 1 milione di follower e un tasso di engagement di almeno il 2%, tenuti ora a evidenziare la natura pubblicitaria del contenuto in modo immediatamente riconoscibile, sorge spontaneo valutare più attentamente il rapporto costo-beneficio che risulta dal collaborare con queste figure. Associare la propria immagine a personaggi noti del web e dell’entertainment può non essere sempre la strategia più vincente per raggiungere i propri obbiettivi di marketing. Se da un lato permette di veicolare prodotti e servizi a un ampio pubblico, dall’altro aumenta il rischio di incorrere in gravi danni di immagine che possono compromettere la credibilità del brand stesso” aggiunge.

Per Scotti, inoltre, “in tempo di social, il detto ‘Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli’ non è più un diktat, anzi. In un mondo dove ogni contenuto viene amplificato dalla condivisione e dove ogni utente ha la possibilità di esprimere un proprio giudizio online, risulta essenziale valutare attentamente la strategia di posizionamento e i profili a cui affidare la promozione del proprio brand sui canali social”. Così, “se è da escludere un dietrofront del mercato dell’influencer marketing, che ha generato oltre i 300 milioni di fatturato nel 2023 e che non sembra volersi arrestare, per Skeepers, la tech company leader nella creazione di esperienze di acquisto autentiche attraverso contenuti generati dagli utenti (UGC), risulta essenziale affidarsi anche ad altri parametri per valutare l’efficacia di una strategia di Influencer Marketing” scrive ancora Country Manager di Skeepers Italia.

Spesso le aziende vengono attratte principalmente dal numero di follower e dalla popolarità di un profilo, scegliendo di puntare su big influencer e celebrities, pensando di poter così raggiungere una redemption ottimale solo perché più noti. Ma non sempre lavorare su fanbase più alte è sinonimo di una campagna efficace e i brand dovrebbero iniziare a integrare maggiormente, nella loro strategia, operazioni complementari su creator più piccoli, che offrono spesso una fanbase più autentica e coinvolta. Infatti, il successo di una campagna non si misura solo dal numero di follower raggiunti, ma dall’engagement”.

 

 

 

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